Ottima prestazione del Sora che, battendo il Palestrina, diretta concorrente invischiata nella bagarre play out, conquista per la prima volta in stagione due mini record: seconda vittoria consecutiva e porta inviolata per 180 minuti. Il goal arriva in apertura di gara con Ciaramelletti, che gira in rete un assist al bacio del solito Pintori, con il risultato che rimane invariato per tutta la durata del match, nonostante i molteplici tentativi di trovare il raddoppio da parte dei bianconeri.
Il Sora, sceso in campo con una formazione giovanissima, sembra aver finalmente trovato maturità di gioco e di squadra e ha avuto meritatamente la meglio al cospetto di un avversario che, sebbene notevolmente rinforzato con l’innesto di elementi di esperienza, ha stentato a reagire e che, solo nel finale (con un uomo in meno per l’espulsione al 16° del secondo tempo di Covetti per somma di ammonizioni), ha avuto la possibilità di pervenire al pareggio, con un tiro di Della Penna finito sul palo interno della porta di Agostini e con un colpo di testa da distanza ravvicinata di Kalambay, che non ha colto impreparato l’attento portiere sorano.
L’unico neo di una partita altrimenti perfetta è forse quello di non aver saputo chiudere prima il match, rischiando la beffa nel finale, ma, come detto, in campo c’era una squadra composta da molti elementi giovani, che hanno – comprensibilmente – ancora bisogno di tempo per maturare, nonostante gli evidenti progressi mostrati nelle ultime apparizioni.
Questi tre punti sono ossigeno puro per gli uomini di mister Farris, che allontanano, così, lo spettro dei play out di ben 5 lunghezze e che sembrano aver finalmente trovato, nonostante la defezione di qualche big e con l’innesto di qualche giovane in più, la giusta mentalità per proseguire il campionato con maggiore tranquillità.
L’ambiente è più sereno, i giocatori appaiono compatti e in armonia con i tifosi i quali, dopo aver sostenuto gli 11 in campo per tutta la durata del match (come sempre del resto!), hanno dimostrato di aver apprezzato la prestazione fornita, applaudendo i giocatori che a fine partita sono andati a salutarli sotto la curva.
Lo stesso mister Farris, nelle consuete interviste del post gara, si è detto orgoglioso dei suoi ed ha sottolineato l’ottima prestazione fornita dai giovanissimi Prata (’96), Ciaramelletti (‘94), D’Ovidio (‘95) e Talamo (’96), non tralasciando di menzionare l’encomiabile apporto di Pintori e di Taverna (con quest’ultimo, a suo dire, migliore in campo).
Non possiamo non spendere qualche parola di elogio a favore del soranissimo Paolo Prata, che, nonostante la giovane età, si è dimostrato padrone del centrocampo, dettando i tempi del gioco e dimostrando, da sorano verace qual è, che quella maglia la sente cucita addosso. È da ragazzi giovani e talentuosi come Paolo che il Sora deve ripartire e sui quali deve investire per tentare, negli anni che verranno, la scalata verso nuovi e importanti traguardi sportivi.
Altra menzione speciale meritano gli instancabili ragazzi della Curva Nord, che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla squadra (anche quando le cose non andavano per il verso giusto) e che ora, finalmente, possono tornare a sorridere felici di questi risultati positivi.
E, allora, mi piace concludere con un’immagine che chi scrive ha visto ieri in prima persona: un tifoso che, in segno di gratitudine, dopo la partita (in un locale adiacente allo stadio) offre sorridendo un bicchiere della sua birra ad un giocatore. Gesto semplice e spontaneo, ma molto significativo e che la dice lunga sullo spirito amichevole e collaborativo che si è istaurato nell’ambiente sorano. Solo se condiviso un obiettivo, piccolo o grande che sia, può diventare realtà e solo se ciascuno, ognuno secondo il proprio ruolo, darà il massimo il Sora Calcio potrà nuovamente tornare a splendere.
Non posso tralasciare un ultimo aspetto, che è spesso per me motivo di riflessione e di delusione. E’ da quando sono quindicenne che calco la curva del Sora e, che io ricordi, non c’è stata mai una volta in cui, in questi venti anni, abbia fatto mancare l’incitamento per la mia squadra. Varcare la soglia della curva non significa entrare in un settore solo perché si ha la possibilità di pagare un prezzo del biglietto più basso. Varcare la soglia della curva, salire su quei gradoni significa entrare a far parte di un mondo fatto di passione, incitamento costante, a fianco dei tuo fratelli, per tutta la durata della partita, nel bene e nel male. Ebbene, vedere giovani ragazzi in curva, in disparte, con il cellulare in mano, intenti a verificare i risultati delle scommesse sportive, invece che unirsi agli altri nei cori di incitamento verso la loro squadra, è un atteggiamento che dimostra scarso attaccamento alla propria città, poca mentalità e non è degno di una curva che, mai come in questi ultimi anni, si è guadagnata stima e rispetto unanimi in giro per l’Italia. Cari ragazzi, almeno la domenica, per novanta minuti, quando siete su quei gradoni, disfatevi dei vostri smarthphones iper-tecnologici ed unitevi agli altri: cantiamo e soffriamo tutti insieme per il bene della nostra squadra di calcio, cerchiamo di onorare sempre questa curva che trasuda storia!
Come diceva un glorioso ed indimenticato capo ultrà sorano: «ci vuole mentalità!»