Achille Bellucci, presidente UNCEM Lazio, con una nota, è intervenuto sul tema delle candidature nei comuni con meno di 1000 abitanti. “È noto che la vigente legge elettorale comunale – scrive Bellucci – prevede l’esenzione dalla presentazione di un congruo numero di firme di cittadini elettori in appoggio alle liste elettorali, nei Comuni sino a 1000 abitanti. Infatti per la ratio di questa esenzione sono stati addotti motivi di costituzionalità, in quanto il corpo elettore con un numero ridotto di elettori, esprimerebbe prima del voto la propria volontà, sia in quanto presenti nelle liste, sia nelle firme d’appoggio alla presentazione. Perciò, l’evidenza della forza elettorale di una lista, indurrebbe un effetto di trascinamento ritenuto inammissibile.
Ciò – prosegue il Presidente UNCEM Lazio – crea il problema che numerose liste vengano presentate in modo strumentale da candidati residenti in altri Comuni, anche lontanissimi, proprio per l’esenzione dalle firme d’appoggio locale che giustificherebbero una partecipazione ed un programma. Così compagini fittizie si presentano alla competizione elettorale soltanto per ottenere benefici, per esempio, godere dei giorni di ferie retribuite per lo svolgimento della campagna elettorale. Si è arrivati nei Comuni con pochi abitanti alla presentazione di un numero di liste non giustificato né da dinamiche democratiche, né da esigenze di pluralismo.
Laddove queste liste strumentali dovessero raggiungere il quorum per almeno l’assegnazione dei consiglieri di minoranza, ci si trova di fronte ad un altro problema, quello dell’ interferenza nelle elezioni provinciali, in
cui i Consiglieri Comunali hanno diritto di voto, e quindi giocare un ruolo politico talvolta determinante e comunque contrattabile.
Dobbiamo rassegnarci a questo stato di cose? Credo che con una dose giusta di buona volontà del Parlamento, con le opportune segnalazioni delle Prefetture, si potrebbe risolvere la problematica, oppure ridurne l’effetto, per esempio:
1. Una soluzione parziale al problema potrebbe essere quella di ridurre il numero dei Comuni esentati dalla raccolta delle firme per le liste: dagli attuali 2027 Comuni sino a 1000 abitanti, ai 908 sino a 500 abitanti.
2. Un’altra soluzione che valga per tutti i Comuni sino a 1000 abitanti, è che la raccolta delle firme, effettuata come da legge, sia consegnata per la verifica al solo Segretario Comunale, che ne disporrà la visione soltanto dopo la proclamazione degli eletti; la lista di firme resterebbe secretata sino ad allora.
3. Altro provvedimento potrebbe riguardare la presenza nelle liste di candidati residenti nel Comune in cui si vota, in quota congrua che può andare dal 50% al 30%, in modo da scoraggiare liste strumentalmente formate. Anche in questo caso si potrebbe ridurre il numero dei Comuni interessati, sino a 500 abitanti.
4. Infine si potrebbe cambiare la legge elettorale comunale, impiegando integralmente il metodo D’Ont per l’assegnazione dei seggi, in quanto i voti ricevuti dagli ultimi candidati di una lista locale, se superano i primi di una lista finta, si avrebbe l’esclusione dal Consiglio di quest’ultimi, ed il plenum delle liste locali”.
Conclude Bellucci: “È certo che esiste un vulnus che basandosi sul garantismo costituzionale, intacca la democraticità delle elezioni in cui si esprime la sovranità popolare e gli interessi civici di una popolazione. Riteniamo che una soluzione vada trovata”.