Una volta appunto, ora nella struttura oltre ad uffici ci sono anche gli ambulatori, un servizio comodissimo per chi magari non ha la macchina o che come me per un giorno vuole lasciarla a casa.
Ieri dovendo effettuare una visita oculistica ai miei due bambini (visita richiesta e prenotata da tempo proprio per questa sede e differita di qualche giorno con una veloce telefonata del CUP Lazio) sono andato al “vecchio” ospedale, con giusto anticipo ho pagato il Ticket e mi sono avvicinato all’ambulatorio.
C’era poca gente a fare la fila, ho consegnato le impegnative all’infermiere di turno e dopo qualche istante sono stato chiamato, ma con sgomento mi veniva riferito che i nomi non erano in elenco e che al CUP avevano spostato la visita all’ospedale “nuovo” (ma al momento del pagamento non potevano dirmelo?)
Con disappunto, ci siamo fatti accompagnare in macchina presso l’ospedale a San Marciano (3 Km) e saliti di corsa in reparto lo abbiamo troviamo affollato di persone, ho consegnato nuovamente le impegnative e mi sono messo civilmente in attesa.
Fatte le visite si è presentato un altro problema: come torniamo in centro? E’ una bella giornata di sole, è discesa, non siamo poi così lontani da casa, andiamo a piedi.
In fila indiana percorriamo lo stretto marciapiede dell’ospedale fino alla guardiola d’acceso poi il nulla, non una striscia, un segnale, niente di niente attraversiamo la strada e ci mettiamo a percorrere la discesa sul lato sinistro, dopo 100 metri, finalmente, c’è di nuovo il marciapiede però è dall’altro lato della strada, aspettiamo il passaggio dei bolidi di turno ed attraversiamo nuovamente.
Il marciapiede di cemento grezzo è abbastanza largo ma non ha protezioni, però è meglio di niente, continuiamo la ripida discesa sotto il sole e circa a metà c’è a terra una fanghiglia, con sorpresa e disgusto noto che si tratta di liquame con tanto di carta igienica chiedo ai bambini di evitarla e scendendo in mezzo alla strada la scavalchiamo.
Evitando erbacce, cespugli e rami di spine arriviamo all’incrocio con la statale per Pescasseroli e di nuovo il nulla, il marciapiede finisce lì, stoicamente continuiamo a scendere, in fila indiana questa volta sul lato sbagliato della strada (lato destro) almeno c’è un pò di spazio per scansarsi dalle macchine che ti sfiorano non curanti dei danni che un pedone, anzi tre, può provocare alla carrozzeria.
Ancora sani siamo arrivati alla fine della discesa, ci troviamo nuovamente in mezzo ad un incrocio senza protezioni, attraversiamo con attenzione la strada e dove sembra ricomiciare un marciapiede ci troviamo a scavalcare un guard-rail per fortuna troviamo un passaggio e torniamo a casa.
…Avevamo un ospedale in centro, ora abbiamo gli ambulatori in centro …
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Marco Colucci