di Mario Zeverini
In questo periodo le famiglie e gli studenti, che si trovano all’inizio di un ciclo scolastico, sono chiamati ed impegnati a scegliere il tipo di Scuola da frequentare e le relative sedi e sezioni che più danno garanzia di “Buona scuola”.
Nei diversi “curricoli” scolastici trovano anche la disciplina “religione cattolica” e la facoltà di inserirla o no nel proprio curricolo. Stante la dicitura “religione cattolica” si può pensare che sia un favore per gli studenti cattolici, ma non è così. Questa proposta è offerta a tutti con queste motivazioni. La base giuridica sta nel Concordato tra lo Stato Italiano e i Vescovi Italiani, diventata legge dello Stato il 25. 03. 1985, n. 121. La Scuola è al servizio di tutti e di tutta la persona e deve rispondere al meglio alle domande educative delle famiglie e dei giovani e riferirsi a quei valori che sono già nella nostra Costituzione. L’ IRC (sigla per indicare l’Insegnamento della Religione Cattolica) è nella Scuola per contribuire a realizzare le finalità della Scuola stessa e secondo la sua organizzazione: indicazioni programmatiche, libri di testo , profili di qualificazione professionale degli Insegnanti e dal 2017 i profili saranno del tutto uniformati al valore degli altri titoli,e si prefiggeva di offrire una forma di servizio all’istituzione scolastica.
Gli stessi vescovi, nel documento degli Orientamenti Pastorali per il decennio 2010 – 2020, al n. 47 così dichiarano: “L’insegnamento della religione cattolica permette agli alunni di affrontare le questioni Inerenti il senso della vita e il valore della persona, alla luce della Bibbia e della tradizione cristiana.
Lo studio delle fonti e delle forme storiche del cattolicesimo è parte integrante della conoscenza del patrimonio storico, culturale e sociale del popolo italiano e delle radici cristiane della cultura euro-pea. Infatti, «la dimensione religiosa… è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita». Per questo motivo «la Scuola e la Società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a cre-scere nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro»”
Dunque siamo di fronte a una proposta scolastica di natura culturale e non catechetica, per la quale la Chiesa dispone di altre strutture ed altri modi di proposta. Infatti, una volta chiariti e verificati questi aspetti, tanti alunni di altre religioni restano in classe e si avvalgono anche dell’insegnamento IRC.