Ci sono migliaia di posti di lavoro nel Lazio che vanno difesi fino alla fine trovando le giuste soluzioni. È questa la richiesta che l’UGL Lazio e la Federazione UGL Telecomunicazioni avanzano nei confronti dell’assessorato regionale rappresentato da Claudio Di Berardino, dopo lo sciopero che ha visto circa il 70% dei lavoratori aderire contro lo smembramento della società che genererebbe 10 mila esuberi tra impiegati diretti e 30 mila indiretti.
“Al rappresentante della giunta laziale – spiegano il segretario regionale Armando Valiani ed il componente della segreteria Claudio Giuliani – chiediamo garanzie di un impegno qualora ci fossero tagli del personale. Occorre creare per le maestranze dei percorsi alternativi che non devono fermarsi agli ammortizzatori sociali ma devono prevedere anche un piano di impiego”.
Il sindacato si era già espresso contro qualsiasi delocalizzazione: “Lo spezzatino metterebbe a rischio l’intero sistema delle telecomunicazioni nazionale e soprattutto un dramma sociale per il rischio di perdita di posti di lavoro. La Tim per il nostro paese è una risorsa strategica e lo è ancor di più in questo periodo nel quale si sta tentando la strada dell’implementazione della digitalizzazione, fondamentale per lo sviluppo”.
Foto d’archivio