La Saxa Gres spegne i suoi forni dall’inizio del prossimo anno fino al 31 Gennaio 2022 e i propri dipendenti verranno posti in cassaintegrazione. Coinvolti 350 lavoratori dei due stabilimenti del frusinate e 125 di Gualdo Tadino.
“Anche una delle aziende che ha investito di più sul nostro territorio – sottolinea il segretario provinciale Enzo Valente – è costretta ad alzare bandiera bianca e a sospendere la produzione per un mese. Rinnoviamo l’appello al Governo visto che nella finanziaria manca un intervento a sostegno delle imprese ad alto consumo energetico del settore della ceramica”.
La chiusura parziale della produzione degli stabilimenti di Anagni, Roccasecca e Gualdo Tadino, è un effetto degli aumenti dei prezzi energetici che mettono a rischio le imprese, rischia di paralizzare la ripresa economica del Paese e con il caro bollette va ad incidere pesantemente sul reddito di ogni famiglia italiana: “L’impatto del costo dell’energia nega la giusta competitività sul mercato delle nostre industrie – spiega Valente – e la produzione di beni strategici rischia di bloccarsi anche oltre il solo mese annunciato da Saxa Gres”.
La notizia di questi giorni chiude nel peggiore dei modi un 2021 già caratterizzato da effetti negativi per il settore: “Ed il timore – continua Valente – è che anche per il settore carta, sul quale la provincia conta molto in termini di sviluppo economico e lavoro, con migliaia di impiegati, possa avere ripercussioni negative”.
Restando così la situazione, è prevedibile la perdita di quote di mercato e di un nuovo e massiccio ricorso alla cassa integrazione, in un momento di generale ripresa delle attività produttive: “Al Governo – conclude il segretario Valente – come già chiesto dal segretario nazionale Francesco Paolo Capone, ci appelliamo per intervenire immediatamente, aprendo un tavolo di confronto”.