E’ meglio essere il Sud del Nord o il Nord del Sud?
La domanda sorge spontanea alla lettura del decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 161 dell’11 Luglio, che stabilisce condizioni, limiti, modalità e termini di decorrenza delle agevolazioni per le aziende delle Zone franche urbane delle regioni dell’Obiettivo “Convergenza”, ovvero Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, nonché per i comuni della provincia di Carbonia-Iglesias.
Il Lazio è ovviamente fuori: ma si può davvero sostenere che, la provincia di Frosinone, prospicente la provincia di Caserta, non abbia bisogno delle facilitazioni fiscali previste per le Zone franche? Eppure, non rientrando la nostra regione nell’Obiettivo “Convergenza”, per Comuni come Sora – evidentemente in sofferenza specie in quest’ultimo periodo in cui la crisi morde maggiormente – non c’è esenzione dalle imposte sui redditi, dall’imposta regionale sulle attività produttive, dall’Imu e dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per contratti a tempo indeterminato o per quelli a termine di durata non inferiore a dodici mesi.
Di sicuro, al contrario, se fosse possibile anche per gli imprenditori locali – relativamente ai contributi per i nuovi dipendenti – essere esenti dalle imposte sui redditi in maniera totale per i primi cinque anni, del 60% per i successivi cinque anni, del 40% per l’undicesimo e il dodicesimo anno e del 20% per gli ulteriori successivi due anni, di certo si riuscirebbe a creare presupposti fondamentali per l’economia di zona.
La questione è politica. Bisogna interrogarsi sulle vere necessità del territorio e, soprattutto, sulla capacità di esprimere quella rappresentatività che, al momento giusto, sa garantire il bene comune.