L’Organizzazione Mondiale per la Meteorologia (WMO) ha pubblicato un nuovo report, da cui emergono dati preoccupanti sulle concentrazioni nell’atmosfera di anidride carbonica (CO2) e altri gas che provocano effetto serra.
Per la prima volta le concentrazioni medie globali di anidride carbonica (CO2), il gas serra che rappresenta il principale responsabile del riscaldamento globale in corso, hanno superato del 50% quelle dell’era preindustriale. A darne conferma è il Greenhouse Gas Bulletin dell’Organizzazione Mondiale per la Meteorologia (World Meteorological Organization, WMO), pubblicato di recente per informare i negoziati dell’ONU sui cambiamenti climatici, durante l’attesissima COP28, la Conferenza delle Parti sul Clima che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.
Livelli di CO2 mai così alti da almeno 3 milioni di anni
Secondo il report della WMO, la concentrazione media globale della CO2 in atmosfera ha raggiunto nel 2022 il valore record di 417,9 ppm. L’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione paragonabile è stato 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura media superficiale terrestre era 2-3 °C più alta e il livello medio del mare era 10-20 metri più alto rispetto a oggi.
Stando ai dati, la crescita delle concentrazioni di CO2 è stata leggermente inferiore all’anno precedente e alla media del decennio. Tuttavia, ciò sarebbe dovuto molto probabilmente alle variazioni naturali a breve termine del ciclo del carbonio e al fatto che le nuove emissioni dovute alle attività industriali hanno continuato ad aumentare.
In crescita anche gli altri gas serra
Secondo il Greenhouse Bulletin sono aumentate anche le concentrazioni di metano (CH4) e di protossido di azoto (N2O), i gas serra più rilevanti dopo l’anidride carbonica.
A tal proposito, vale la pena ricordare che il metano è un potente gas serra che rimane nell’atmosfera per circa un decennio. È responsabile di circa il 19% dell’effetto “riscaldante” dei gas serra a lungo termine. Inoltre, circa il 40% del metano viene emesso nell’atmosfera da fonti naturali (per esempio, zone umide e termiti), mentre circa il 60% proviene da fonti antropiche (agricoltura del riso, sfruttamento di combustibili fossili, discariche, combustione di biomasse e così via). L’aumento dal 2021 al 2022 è stato leggermente inferiore al tasso record osservato dal 2020 al 2021, ma notevolmente superiore al tasso di crescita medio annuo dell’ultimo decennio.
Il protossido di azoto, invece, è un potente gas serra che impoverisce l’ozono atmosferico. Rappresenta circa il 7% del forcing radiativo dei gas serra a lungo termine. Viene emesso nell’atmosfera per circa il 60% da fonti naturali e per circa il 40% da fonti antropiche, tra cui l’uso di fertilizzanti e vari processi industriali. L’aumento dal 2021 al 2022 è stato il più alto mai registrato nella cronologia moderna.
Servono azioni immediate per invertire la tendenza negativa
Il Segretario Generale della WMO, Petteri Taalas, ha dichiarato:
«Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di rapporti e decine di conferenze sul clima, stiamo ancora andando nella direzione sbagliata».
E ancora sottolinea:
«L’attuale livello delle concentrazioni di gas serra ci pone sulla strada di un aumento delle temperature ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi entro la fine di questo secolo. Ciò sarà accompagnato da fenomeni meteorologici più estremi, tra cui caldo e precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani. I costi socioeconomici e ambientali saliranno alle stelle. Dobbiamo ridurre con urgenza il consumo di combustibili fossili».
In definitiva:
Poco meno della metà delle emissioni di CO2 rimane nell’atmosfera. Poco più di del 25% viene assorbito dagli oceani e poco meno del 30% dagli ambienti terrestri come le foreste, anche se la variabilità da un anno all’altro è notevole. Finché le emissioni continueranno, la CO2 continuerà ad accumularsi nell’atmosfera, provocando un aumento della temperatura globale. Data la lunga permanenza della CO2 in atmosfera, il livello di temperatura già osservato persisterà per diversi decenni anche se le emissioni saranno rapidamente ridotte a zero. A tal proposito, Taalas aggiunge:
«Non esiste una bacchetta magica per rimuovere l’anidride carbonica in eccesso dall’atmosfera. Ma abbiamo gli strumenti per rafforzare la nostra comprensione dei fattori che determinano il cambiamento climatico grazie al nuovo Global Greenhouse Gas Watch della WMO. Questo migliorerà notevolmente le osservazioni e il monitoraggio sostenuti per portare avanti obiettivi climatici più ambiziosi».
Credits: Geopop