Ormai, manca davvero poco. Con l’inizio del mese di Settembre, il Tribunale di Sora si appresta a vivere i suoi ultimi giorni di esistenza. È fissata per il giorno 13, infatti, la definitiva chiusura del polo giudiziario cittadino, che verrà accorpato, insieme a quello di Gaeta, al Tribunale di Cassino. In questo modo, dopo aver corso il rischio della soppressione, il foro della Città Martire diventa un presidio di frontiera per la lotta alla criminalità e, soprattutto, per contrastare l’infiltrazione delle grandi organizzazioni del malaffare nel territorio del Basso Lazio.
La notizia dei tagli al sistema giudiziario, che non riguarda solo Sora, è stata riportata anche dal quotidiano ‘Il Messaggero’ che, nella sua edizione nazionale, riferisce della soppressione di 30 tribunali e relative procure, 220 sezioni distaccate, 667 uffici del Giudice di pace, per un totale di 947 sedi eliminate. Un colpo di forbice non indifferente dunque, che oggi non appare più evitabile. È lo stesso Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, a mettere un punto definitivo sulla questione, prevedendo qualche ritocco in corsa ma, sostanzialmente, confermando la ‘ratio’ della riforma: “Può darsi che all’inizio ci saranno problemi di avvio – dice al quotidiano romano – ma bisogna ragionare con buon senso, perché il meglio è nemico del bene. La legge ci dà due anni di tempo per mettere mano ad eventuali correttivi, se necessari. Ma la riforma ora deve partire e partirà”. Va ricordato che il definitivo via libera alla riforma è arrivato con la decisione di qualche settimana fa presa dalla Corte Costituzionale, che ha respinto numerosi ricorsi presentati con i vari tagli.
Nonostante le grandi speranze bipartisan alimentate nei mesi scorsi sui mezzi di informazione locale, pertanto, ad oggi la sorte del Tribunale di Sora sembra sempre più segnata: evidentemente, da destra come da sinistra, in molti hanno cantato vittoria troppo presto e senza tenere in considerazione l’evolversi degli eventi. Esiste ancora una speranza? Difficile dirlo, anche se, in teoria, tra possibili proroghe e blitz parlamentari, la parola fine ancora non è stata messa. Vedremo se nelle prossime ore tornerà a muoversi qualcosa e se, dal nostro territorio, verranno attivate nuove iniziative di (ormai improbabile) controffensiva. In alternativa, un collettivo bagno di umiltà (con un pizzico di cenere sul capo) non guasterebbe.