Stanchi delle continue angherie e dei persistenti soprusi, due fratelli – 32 anni lui , 30 anni lei con invalidità del 100% – riescono a scappare dalla loro “prigione” e contattare l’ assistente sociale che li accompagna presso gli Uffici della Questura per denunciare il loro calvario.
L’aguzzino è il fratello minore, un uomo di 29 anni che, dopo la morte della madre, li aveva segregati in casa, impedendo loro di uscire, serrando il cancello d’uscita con catena e lucchetto
Le due vittime erano anche costrette a vivere in condizioni igieniche precarie e a mangiare soltanto i resti del cibo che il vessatore consumava con la fidanzata, una ragazza di origini albanesi.
Il “carceriere” aveva instaurato con i due fratelli un rapporto di supremazia psicologica: intimoriti dalle costanti minacce, il 32enne e la 30enne erano stati costretti a consegnargli il libretto dei risparmi e la pensione di 275 euro percepita dalla donna.
Nel periodo della “prigionia” i due però non perdono la speranza di riuscire a fuggire da quel calvario e studiano un piano per evadere, sfruttando il brevissimo tempo in cui il fratello usciva per acquistare le sigarette.
Trovata la chiave del cancello, si sono aperte le porte della libertà.
Scattano tempestivamente le indagini ed il P.M. della Procura della Repubblica di Frosinone dr. Coletta dispone la perquisizione domiciliare.
Gli agenti della Squadra Volante rinvengono la catena ancora attaccata al cancello ed accertano, come riferito dalle vittime, le precarie condizioni igienico sanitarie dell’abitazione.
Per il fratello – carceriere scatta la denuncia per sequestro di persona.
Sono in corso accertamenti per valutare la posizione della fidanzata albanese nella vicenda.