POLITICA

Tanto rumore… solo confusione

Il Governo 5 Stelle-Lega ha preso il via, dopo tante indecisioni e proclami sul cosiddetto “Contratto di governo”. Appena annunciata, questa inedita e bizzarra formula, ha suscitato immediatamente riserve, sia
rispetto alla prassi governativa che a quella istituzionale. Alla fine tutti i commentatori l’hanno presa come una “boutade” dovuta alla furia del cambiamento “rivoluzionario” dei 5 Stelle.

Al di la delle formule lessicali, i punti del “Contratto” sono apparsi da subito incompatibili tra di loro: da un lato maggiori spese a carico del bilancio pubblico (5 Stelle), dall’altro meno tasse, quindi meno entrate (Lega). Oltre a questi aspetti, che sono in massima parte propagandistici, si è assistito ad uno spettacolo davvero esilarante. Un Presidente del Consiglio di facciata, due Vice Presidenti effettivi, di cui uno (Salvini) il vero dominus del Governo, che non perde occasione di pontificare non solo sulle materie di sua competenza ma anche su quelle degli altri ministri, ivi compreso il Presidente del Consiglio nominale (Conte). Ma la cosa davvero incredibile è quella di un Consiglio dei Ministri dove Di Maio e Salvini di fatto dovrebbero dare indicazioni a ministri come Tria e Savona. Ve la immaginate la scena durante le riunioni? Due giovani politici privi di esperienze di governo, senza alcun curriculum extra-politico che possa far pensare ad una qualsiasi loro competenza in materie così complesse come l’economia, i rapporti con l’Europa e soprattutto le relazioni internazionali, che danno ordini a professori di valore e di lunga esperienza come Savona e Tria. Insomma, un balletto della vanità scaricato sulle sorti del paese.

Tuttavia, i due giovani, non perdono occasione per parlare a sproposito, per lanciare anatemi contro l’Europa, contro il mercato, contro le banche, fatto salvo il fatto di voler rafforzare le loro frequentazioni con Putin e Orban, per non parlare poi dei tentativi fatti con i cinesi per fargli acquistare il nostro debito in caso di difficoltà ad emettere nuovi titoli del debito pubblico, non considerando i rischi che comporterebbe un’ipotesi di questo genere: di finire nelle fauci del leone asiatico. Non c’è dubbio che i proclami lanciati contro l’Europa, contro gli immigrati, l’abbassamento delle tasse con la FlatTax, l’abolizione della legge Fornero, la quota 100 per le future pensioni, il reddito di cittadinanza, la cacciata del Gruppo Benetton dalla concessione delle autostrade e così via, hanno creato tanto rumore. Ma cosa e rimasto dopo il rumore? Solo una grande
confusione inconcludente.

D’altra parte sul versante delle opposizioni il caos è ancora più grande. Forza Italia e PD sono avvolti da nebbia densissima ed hanno perso totalmente la bussola. Arrancano senza sapere dove andare. FI tratta qualcosa sulla Rai per tutelare gli interessi di Berlusconi. Il PD sta facendo giorno dopo giorno arachiri….
Ad oggi questo governo ha dato una sola prova certa: di fronte alle scelte economiche vere si è bloccato. Accampa il pretesto che gli uffici dei ministeri non collaborano, anzi che lo boicottano. Non è in grado di fare la benché minima programmazione, non ha una visione del paese. Lancia solo slogan per blandire gli elettori. Se continuerà di questo passo avremo solo guai, non solo con l’Europa, ma questo mi sembra l’aspetto meno grave, soprattutto nelle relazioni con il resto del mondo. Il paese sta diventando inaffidabile agli occhi degli investitori e delle imprese. Non c’è un’iniziativa utile al rilancio dell’economia che sia ripartita nel paese. 5 Stelle e Lega avevano promesso di ridare slancio alle piccole imprese, ai professionisti, a tutti i piccoli operatori ma non hanno idea di come farlo concretamente.

Del resto la stessa cosa, ad esempio, è avvenuta su Roma. Dopo 2 anni la giunta Raggi non è riuscita a fare assolutamente nulla e si badi bene non per mancanza di risorse ma principalmente per assoluta incapacità
inadeguatezza. L’una cosa che emerge è l’assenza totale nella gestione delle emergenze. Basta guardare al problema dei rifiuti e del traffico… il nulla più totale. Ma per ritornare alle tematiche del governo c’è da chiedersi quali misure hanno preso, ad esempio, per la riorganizzazione di un settore tanto delicato come quello delle banche e del risparmio? Quali misure hanno assunto contro l’evasione e l’elusione fiscale?

Cosa intendono fare per il settore del turismo e dei beni culturali? Che misure concrete prenderanno per la ricerca scientifica? Al di la della promessa del reddito di cittadinanza, cosa faranno concretamente per il sud del paese? Oltre a respingere i poveri disgraziati che arrivano per mare, come pensano di regolare i rapporti con gli altri paesi che affacciano sul Mediterraneo? Cosa hanno da dire sui principi posti dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Universali dell’Uomo in tema di accoglienza e di asilo politico? Ma fare tutte queste domande a due “forze politiche antisistema” è sicuramente inutile. Perché è inutile? E’ inutile perché il loro obiettivo principale non è quello di governare questo paese con le regole che ci sono, inserito, così come è oggi, nel contesto che la comunità internazionale democratica si è data. Sanno perfettamente che per attuare il loro progetto debbono far saltare ogni legame con l’Europa e con le Istituzioni internazionali. Dopo di che potranno dire: lo vedete la comunità internazionale ci ha costretti! Vogliono sottomettere la nostra autonomia statuale, vogliono piegarci a regole che non sono state poste dal popolo mediante i propri eletti. Solo dopo potranno procedere con l’attuazione del loro “piano eversivo” che hanno in mente.

Un tale scenario potrebbe anche apparire cervellotico, altamente improbabile, ma non credo che sia così per due motivi. Il primo motivo è che la Lega non ha mai negato la sua voglia di uscire dall’Unione Europea.
Solo ultimamente è stata portata a più miti consigli dai propri Ministri che hanno esperienza e un più alto senso dello stato. Inoltre ha proposto anche di non pagare più la quota di finanziamento della Nato a carico dell’Italia. Il secondo motivo e che 5 Stelle, tramite il proprio “azionista di riferimento”, la Casaleggio e Associati in persona di Davide Casaleggio, in una recente intervista ha affermato che di fatto, con le nuove tecniche di partecipazione mediante la rete, il Parlamento è divenuto uno strumento inutile che potrebbe anche essere soppresso. Mi sembra che lo scenario prefigurato sopra non sia così irrealistico. C’è solo da sperare che le forze democratiche si coalizzino e riportino l’attenzione dei cittadini sull’importanza vitale che
hanno i valori e i temi di una corretta e consapevole appartenenza dell’Italia tra il novero dei paesi avanzati e civili.

Giuseppe Filippi