UNA PANCHINA PER GILBERTA
“Il mio posto è vuoto ma IO SONO QUI” .
È la panchina dedicata alla Prof.ssa Gilberta Palleschi, vittima dieci anni fa di femminicidio, deposta nel cortile della sua scuola E. Facchini, con la quale si è voluto ribadire che le violenze sulle donne non devono più esistere. La dirigente Prof.ssa Donatella Antonellis e le docenti hanno voluto ricordare Gilberta come collega, come amica e come donna, nella sua professionalità e nel suo impegno sociale.
Toccanti sia l’esecuzione del brano “Te voglio bene assaie” da parte di una componente della Giovane Orchestra, magistralmente diretta dal prof. Donato Cedrone e accompagnata dalla prof.ssa Valentina Di Silvestro, dal prof. Mario Mancini e dal prof. Michele Camposia la recita di versi tratti da alcune delle più belle canzoni che dipingono ritratti di donne e raccontano di storie vissute, dando voce a coloro che non l’hanno più. La delicatezza del momento e l’intensità emotiva sono state suggellati da uno dei più celebri sonetti della poesia Italiana “Tanto gentile e tanto onesta pare”, in cui il sommo Poeta Dante esprime la lode della bellezza e della virtù di Beatrice.
L’inaugurazione della panchina rossa è stata accompagnata da una serie di interventi che hanno sottolineato la necessità di una maggiore sensibilizzazione sul tema della violenza e, in particolare, della violenza contro le donne. La giornalista e vicepresidente dell’Associazione culturale Iniziativa Donne Enrica Canale Parola ha ricordato come la violenza di genere sia un tema che non deve essere mai messo in secondo piano, sottolineando il valore di iniziative come quella della panchina rossa, che rappresentano un’occasione di riflessione e un impegno visibile nella lotta contro la violenza di genere.
Anche la Dirigente dell’Istituto, Prof.ssa Donatella Antonellis, ha voluto esprimere il suo pensiero in questa giornata così significativa. Pur non avendo conosciuto personalmente Gilberta Palleschi, la Dirigente ha ricordato con emozione la tragedia che ha colpito la città di Sora. Il tema fondamentale del suo intervento è stato quello relativo alla responsabilità educativa delle famiglie: i genitori devono insegnare ai propri figli, soprattutto ai maschi, che la violenza non è mai una risposta, che l’amore non ha nulla a che fare con il controllo o la sopraffazione. Molto toccante è stato l’intervento della cognata di Gilberta che, rivolgendosi agli alunni presenti, li ha invitati a coltivare l’amore e non l’odio affinché eventi tragici come quello che ha colpito la sua famiglia non accadano mai più.
La panchina per Gilberta, come le tante panchine rosse presenti sul territorio nazionale, non è solo un atto di memoria, ma un segno di speranza per un futuro senza violenza, dove il rispetto per la vita prevalga su ogni forma di sopraffazione.