Transumanze nel Lazio.
I Monti Ernici, i Monti Lucretili e i Monti Sabini.
Si è svolto nei giorni scorsi presso la prestigiosa sede della Società Geografica Italiana a Roma l’evento di presentazione dei risultati del progetto “Rete regionale dei tratturi della transumanza” alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali e del Governo.
Le ricercatrici Sara Carallo e Francesca Impei, guidate in questo lavoro dal presidente della Società Geografica Italiana prof. Claudio Cerreti, hanno raccontato la propria esperienza di ricerca nei territori dei Monti Ernici, dei Monti Lucretili e dei Monti Sabini ed inaugurato la mostra dedicata “Transumanze nel Lazio”.
Il lavoro in questione riguarda la ricostruzione della rete dei percorsi di transumanza della Regione Lazio partendo dalla montagna interna e la riscoperta del patrimonio culturale connesso alla pastorizia itinerante.
Parole di apprezzamento e sostegno al progetto da parte delle istituzioni presenti: On. Aldo Mattia membro della commissione Ambiente della Camera dei deputati; Edy Palazzi, consigliere regionale e vicepresidente della V commissione cultura, spettacolo, sport e turismo; Flavio Cera, Componente della XI Commissione Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione del Consiglio regionale del Lazio e Nicoletta Irato, consigliera di Città Metropolitana di Roma Capitale.
Dopo gli interventi delle dott.sse Carallo e Impei la platea ha assistito alla proiezione di un docufilm dedicato al progetto e ha ascoltato le testimonianze di attori del territorio, che hanno portato le proprie esperienze nel settore dell’ allevamento e in quello del recupero e della valorizzazione di siti di interesse per la transumanza. È questo il caso di Antonello Battella, gestore del Tancia Hostel House. Gli allevatori presenti Fabrizio Amati, (Trevi nel Lazio), Loreto Parravano, (Sora), Quintilio Fornari (Marcellina) hanno sottolineato le potenzialità e le difficoltà del mestiere dell’allevatore chiedendo il sostegno delle istituzioni. La loro esperienza di pastori transumanti ha suscitato vivo interesse nella platea, che ha potuto constatare la passione che li anima nel portare avanti le proprie attività.
“Pastori si nasce, non si diventa” ha sottolineato Loreto Parravano con il supporto dei colleghi presenti. “Fare l’allevatore implica sacrificio, non si conoscono vacanze e festività” ha continuato Fabrizio Amati.
Quintilio Fornari infine ha sottolineato l’importanza di recuperare la memoria storica e di coinvolgere le comunità nella valorizzazione dei saperi locali, citando l’esempio della ricostruzione di una capanna di pastori realizzata a Marcellina dalle associazioni I Butteri e l’Agrifoglio.
Molta soddisfazione da parte delle ricercatrici per la riuscita dell’evento, a cui ne seguiranno altri.
Il prossimo appuntamento sarà il 1/2 giugno a Gioia dei Marsi in cui le dottoresse terranno un convegno sul tema.