È trascorso l’intero mese di settembre ma del problema legato al trasporto scolastico nessuno sa nulla ed il disservizio permane. I genitori sono sul piede di guerra. I disagi per le famiglie sono infatti rimasti gli stessi che c’erano ad inizio anno scolastico. Anzi si sono aggravati, secondo alcuni, perché il caos regna dinanzi le scuole dove decine di auto sono costrette a sostare in seconda e terza fila per attendere che i bimbi escano.
“Ci avevano promesso che avrebbero risolto il problema cercando di aumentare le corse e coprire anche le zone che attualmente sono scoperte dal trasporto scolastico, interi quartieri dove vivono tanti bambini che non sanno come andare a scuola. Tanti genitori lavorano e non possono accompagnarli in orario ma non interessa nulla nessuno – lamenta una nonna -. A tutto questo si aggiunge il fatto che, mancando le linee in alcune zone, sono inevitabilmente sempre di più le persone che attendono in macchina i loro bambini paralizzando il traffico, sostando sui marciapiedi, occupando i parcheggi per diversamente abili perché posti non se ne trovano. Non c’è un vigile – si sfoga ancora la signora -, non c’è la figura del nonno vigile che potrebbe essere importante per sopperire alla carenza di organico da parte della polizia municipale“.
Numerosi studenti, come noto da tempo, non possono usufruire del trasporto scolastico. Il problema riguarda solo alcune zone della città che non sono coperte dal servizio. La città di Sora è stata infatti suddivisa in 10 settori ma alcune strade, nonostante si trovino nel centro, non rientrano nei settori e per questo molti bambini non hanno la possibilità di usufruire del bus per andare a scuola. Questo comporta numerose difficoltà alle famiglie in cui genitori la mattina devono uscire per andare al lavoro e per i quali la navetta rappresenta un’ancora di salvezza. Al servizio del trasporto scolastico è stato effettuato un taglio di ore di lavoro ad alcuni assistenti ed autisti, con una riduzione a 15 ore settimanali.
Il problema si è ripercosso come spesso e purtroppo accade sui cittadini, le famiglie soprattutto i più piccini.
Roberta Pugliesi