Riceviamo e pubblichiamo dall’assessore all’ambiente del Comune di Sora, Maria Paola D’Orazio, e dal vicesindaco Andrea Petricca.
L’Amministrazione Comunale ha sempre avuto a cuore la situazione del quartiere Tofaro e, fin dal 2014, ha avviato una serie di indagini ambientali, promuovendo, su richiesta delle associazioni locali, una serie di controlli dell’aria, dell’acqua, del terreno e dell’elettrosmog, svolti in collaborazione con l’Arpa.
Fin dal 2014 le risultanze sono state sempre negative tranne per i controlli effettuati sul terreno dove su 2 siti sono state rilevate concentrazione di rame e mercurio che superavano di poco la soglia massima prevista per le aree residenziali. Nel 2015 l’Amministrazione ha deciso di approfondire ulteriormente le indagini, incaricando un geologo per far seguire lo svolgimento di tutte le operazioni. Nel frattempo, in base alle analisi effettuate sui pozzi della zona, la Procura della Repubblica di Cassino ha dato mandato ai Carabinieri di Arpino di inserire Tofaro in un più ampio raggio di controlli sul terreno, facendogli ripetere nuovamente i prelievi e le relative analisi delle acque dei pozzi che, per quello di cui si ha notizia, sono risultate tutte negative.
La geologa, nel frattempo, ha optato per effettuare dei carotaggi del terreno fino ad una profondità di 6 metri su 5 aree diverse della zona di Tofaro. I carotaggi sono stati effettuati nel mese di settembre 2015, in collaborazione con l’Arpa, che solo nel febbraio 2016 fece pervenire le risposte.
Va precisato che le analisi del terreno sono state tutte negative nell’area di Tofaro. Invece, su 2 punti specifici scelti dal tecnico e, precisamente, sull’ex sito di stoccaggio temporaneo dei rifiuti (1992) e su un’area limitrofa, sono stati posizionati due piezometri. In queste due aree circoscritte e non di ampie dimensioni è stata rilevata in una polla acquifera una concentrazione elevata di materiale ferroso più una sostanza riconducibile ad un solvente ma in quantità modiche.
Alla luce di ciò l’Amministrazione si è attivata e i dati sono stati inviati nel febbraio 2016 all’Amministrazione provinciale, ente competente in materia di ambiente, alla quale è stato chiesto di predisporre fondi per accertamenti e bonifica. In secondo luogo il 2 marzo scorso sono stati convocati i Carabinieri e la Guardia Forestale ed inoltrato denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica.
Infine, l’Amministrazione ha dato mandato ad un dottore in chimica esperto in materia di analizzare nuovamente il terreno e le acque della zona di Tofaro, predisponendo tre nuovi carotaggi con relativa istallazione di piezometri. Il pool di esperti ci ha comunicato che sostanzialmente attuerà una procedura di analisi specifica sulle acque e non sul talquale che, invece, è fanghiglia. Sarà effettuato un filtraggio totale della fanghiglia e si andrà ad analizzare l’acqua filtrata. Solo a quel punto potremo dire se esiste o meno un inquinamento reale dell’acqua oppure se i risultati avuti sono relativi al terreno e, quindi, rientrano nella norma.
Respingiamo fermamente gli allarmismi di chi vuole fare campagna elettorale su questo delicato argomento e chiediamo a tutti di rispettare questa situazione e di attendere le ulteriori risposte delle analisi in programma. Se così non sarà ci vedremo costretti a chiedere l’intervento delle autorità giudiziarie.
Foto tratta da Google Maps