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SORA – SS.TRINITA’, DE DONATIS: “PEDIATRIA AD UN PASSO DALLA CHIUSURA”.

Da Roberto De Donatis – Consigliere Comunale di Patto Democratico per Sora – riceviamo e pubblichiamo:

E’ con grande amarezza che mi vedo costretto a tornare sul depauperamento progressivo ed inesorabile dell’ Ospedale SS. Trinità. La promesse delle necessarie assunzioni temporanee fino alla fine dell’anno per mantenere efficienti i servizi sanitari, in attesa del famigerato sblocco del turn over, si sono rivelate ancora una volta una mera presa in giro. Il solito fumo, dunque, con il giubilo di chi ha votato l’atto aziendale, avviando questo ulteriore declino dell’offerta sanitaria del territorio, provocando solamente false illusioni e repentine delusioni che tolgono ulteriore nerbo e forza alla protesta. La piazza luogo simbolo della rabbia dei cittadini, che nel tempo hanno manifestato civilmente e con dignità si sta svuotando sempre di più,  perché chi ha provato a cavalcare la protesta non ha la credibilità necessaria, in quanto protagonista del fallimento istituzionale rispetto alla difesa del diritto alla salute. Mi riferisco a tutti i Sindaci, nessuno escluso, che hanno votato supinamente l’atto aziendale.

Tornando alle ultime notizie, dobbiamo oggi commentare che, ancora una volta, il reparto di pediatria è a un passo dalla chiusura, in quanto i 4 medici rimasti non hanno più alcuna umana possibilità di coprire i turni senza incorrere in un difetto di legge. Uno dei pediatri assegnati, come annunciammo, non avendo svolto ruoli operativi, ma solo amministrativi si è messo in aspettativa e non ha praticamente mai lavorato, un altro sta in fase di prepensionamento con le ferie pregresse da godere e pertanto il servizio non è più sostenibile dall’attuale organico così rabberciato. Le assunzioni a tempo determinato sarebbero state provvidenziali per tirare avanti fino alla possibilità di tornare ad assumere in pianta organica con lo sblocco del turn over. La non assunzione temporanea del personale necessario in questa fase conferma che le tristi premesse dell’atto aziendale stanno diventando realtà.  Non abbiamo più tempo: bisogna elaborare nuove forme di protesta mai più strumentalizzate da  cavalieri mascherati, ma guidate da un popolo ormai consapevole che delegare vuol dire soccombere.