Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta rivolta al Sindaco di Sora, Roberto De Donatis:
Egr. Sig. Sindaco,
giovedì prossimo i ragazzi riprenderanno a frequentare l’edificio che ospita le scuole secondarie di primo e secondo grado, “G. Rosati” e “V. Simoncelli”. Per alcuni di loro, tra cui mio figlio, sarà l’ultimo primo giorno di un percorso importante che li porterà a spiegare le ali verso le esperienze più significative e formative della loro giovane vita.
Purtroppo, le drammatiche vicende legate al sisma del 24 agosto, avvertito peraltro, anche nella nostra città, hanno riacceso con violenza il dilemma riguardo la sicurezza del “Palazzo degli studi” di Sora ed è questo motivo tanto pressante che mi spinge a criverLe questa lettera aperta. Aperta e schietta come solo il cuore di un padre e cittadino ossequioso delle Istituzioni può essere.
E’ trascorso del tempo da quando, assessore dell’amministrazione Casinelli, Lei tenne, con noi genitori, un incontro che verteva sulla sicurezza della scuola media. Al di là di sommarie delucidazioni, non ricevemmo alcuna certificazione che garantisse l’effettiva agibilità della struttura. Qualche anno dopo, nel 2013, un sisma di 4.2 gradi, ha reso, a tutt’oggi, impraticabili parte di una scala e la biblioteca del “Simoncelli”. Nei tre anni successivi, il susseguirsi di promesse disattese di ristrutturazione e fondi mai pervenuti, non hanno concretizzato un chiodo in quell’edificio che, dalla sua costruzione, ha già subito due crolli della palestra e scatenato una serie interminabile di dibattiti sterili sulla sua idoneità, guadagnando, a pieno titolo, una fama non certo invidiabile.
Potrà capire, quindi, da padre e da professionista nel campo edile, la preoccupazione e l’ansia che destano quotidianamente interrogativi legittimi, non solo per me ma per tanti altri genitori, sulla stabilità di quella struttura. Resisterà ad un nuovo terremoto, anche se d’intensità inferiore rispetto a quelli dell’Aquila o di Accumuli, avendo già dei locali inagibili? Possiede i requisiti antisismici (seri, non come quelli di altre scuole crollate)? Esiste la possibilità di garantire ai nostri ragazzi, una sistemazione più sicura? Perché restare tranquilli se la dirigenza e la segreteria del “Simoncelli”, sono state trasferite nei locali dell’istituto psico-pedagocico “Gioberti”, proprio all’indomani di un sisma?
Gli alunni di Amatrice e dell’Aquila si sono salvati, tranne quelli della famigerata Casa dello Studente (altra vergogna tutta italiana), perché non erano in classe durante il sisma. Non altrettanta “fortuna” è toccata ai bambini ed alle maestre di S. Giuliano in Puglia, strappati alla vita durante l’orario scolastico, anch’essi, vittime rimaste sepolte sotto le macerie dell’incuria umana, in una scuola appena ristrutturata e definita “sicura”.
Ho tre figli che, per ragioni logistiche, frequentano quell’istituto: il mio passato, presente e futuro sono, pertanto, in quella scuola. Chiedo a Lei, come primo cittadino, come professionista e come padre, se le mie intenzioni di trasferirli altrove (nel caso non sussistano le condizioni di sicurezza), siano fondate. Nel rispetto della sua carica, Lei ha l’obbligo morale, oltre che civile, di dimostrarci quali siano le reali condizioni della scuola, al fine di tutelare l’incolumità dei giovani, linfa vitale della nostra città.
Resto in attesa di un Suo sollecito riscontro, rammentandole, ma è superfluo, che i terremoti di rado si annunciano e che lasciano, nei vivi, l’amaro senno del poi ed una disperazione con cui non si scende a patti.
Salutandola con ossequio, Dr. Luigi Alonzi.