Protagonisti

Sora – Sandro Polsinelli, un campione a 360°

A volte si dice “onorato della tua amicizia”, ma il più delle volte lo si dice per quella che io chiamo “ipocrisia sociale”, cioè il vezzo di compiacere. Nel mio caso, verso il dottor Sandro Polsinelli, sono davvero pervaso d’onore per la sua amicizia, sincera e preziosa! E l’ultimo onore me l’ha confermato nel volermi consegnare personalmente una copia del suo libro fresco, appassionato e colmo di struggenti ricordi: “Vola via il piattello, veloce… come il tempo” ; sul quale mi ci sono “avventato” sopra, con una curiosità vorace.

Ottimo professionista medico, Sandro Polsinelli è commissario tecnico della Nazionale di Tiro a Piattello, pluridecorato campione del mondo egli stesso, ma soprattutto testimone di una speciale passione per questo magnifico sport.

È vero, il tempo corre veloce, ce ne accorgiamo noi anziani; e Sandro Polsinelli, dopo tanti anni da protagonista, ha sentito di colpo la necessità, non editoriale ma interiore, di fermare il tempo e la storia di questo sport, perché il vorticoso avvicendarsi del tempo, dei fatti, e degli accadimenti travolge i ricordi: mentre i ricordi sono la storia, e la storia è il segno della vita stessa, sportiva e umana. E in questo stupendo libro, non solo c’è la storia del tiro a piattello, dei suoi eroi, dei grandi mitici atleti che lo hanno esaltato… ma c’è anche l’anima, la passione, le emozioni, i sogni dei tanti atleti che vi ci sono dedicati; oltre ad essere uno scrigno ricco di aneddoti umani e sportivi, ritratti di piccoli e grandi campioni; senza dimenticare l’omaggio amorevole verso il suo campione preferito: il padre Guido. L’Autore, con la sua autorevolezza nella doppia veste, ma anche dal suo punto di vista privilegiato da atleta-dirigente, ne traccia un profilo, una testimonianza, una storia di un fascino delicato ed esaustivo, arricchito dalla motivazione con cui lo ha scritto: l’amore per lo sport.

Il dottor Polsinelli, non ha semplicemente scritto un libro di memorie, ma ci lascia un “atto d’amore” verso questo sport, le emozioni che gli ha regalato, la crescita umana e culturale che gli ha reso! Iniziato dal padre Guido, ha continuato ad imbracciare il fucile non contro figli inermi della natura, ma verso oggetti inerti che, colpendoli, lo rendevano reattivo, felice, leale e competitivo: aspetti che dovrebbero guidare la crescita di un giovane, come hanno guidato lui, facendone quel campione di lealtà e signorilità, qual è!

di Antonio Mantova