Si sono svolti ieri i festeggiamenti solenni di San Giuliano Martire, nella piccola chiesa del quartiere che porta il nome del Santo.
Soldato dalmata, al tempo delle persecuzioni di Antonino Pio, giunse nel territorio per predicare il Vangelo, e fu riconosciuto come cristiano ed arrestato. Imprigionato per sette giorni senza cibo né acqua per farlo cedere e rinnegare la propria fede, che si dimostrò invece ancora più salda, per volere del governatore (alcune fonti riportano Flaviano, altre Daciano) fu sottoposto alla tortura, interrotta dal crollo improvviso del tempio di Serapide, per molti segno della sua fede. Fu quindi deciso di condannarlo a morte per decapitazione, proprio nelle vicinanze del tempio crollato, e la sentenza fu eseguita il 27 gennaio del 161. Il giovane fu seppellito dai suoi seguaci nel luogo in cui ora sorge la chiesa di San Giuliano e le sue reliquie furono rinvenute il 2 ottobre 1612 e trasportate nella Chiesa di Santo Spirito, per volontà della duchessa Costanza Sforza Boncompagni, il 6 aprile 1614. In seguito, per volere del vescovo di Sora Agostino Colaianni, i resti del corpo furono trasferiti nella cattedrale di Santa Maria Assunta, sotto l’altare intitolato al santo.
Il cuore dei festeggiamenti, la processione lungo le vie cittadine con la statua e la reliquia del Santo, con i portatori dell’Assunta, dalla caratteristica divisa, i legionari a cavallo, le confraternite, e con don Francesco Cancelli e don Maurizio Marchione, che come tradizione è stata seguita da tantissimi sorani. Non sono mancate le bancarelle, tra cui quelle dei caratteristici sciusce, che tradizionalmente accompagnano le festività dei santi “sorani” che si festeggiano nel mese di gennaio.
Foto: Enrico Mancini