Sabrina Bianchi, nostra affezionata lettrice, ci ha inviato il suo parere sul referendum comunale abrogativo, tornato in auge negli ultimi giorni in relazione al tema dell’illuminazione pubblica, che vi proponiamo di seguito.
“Ohibò l’opposizione si è accorta ora che esiste uno Statuto comunale e la possibilità di indire un referendum abrogativo...che strano, e io che pensavo che la lettura e la conoscenza approfondita dello Statuto fossero tra i primi interessi di chiunque aspirasse a partecipare attivamente e fattivamente all’amministrazione di una città e dovere ineludibile di chi si ritrovasse ad essere eletto. Ma già, io sono un’idealista sognatrice, una di quelle che predicano senza sapere di cosa sta parlando, e sarà forse vero, ma comunque io lo Statuto l’ho letto nel preciso momento in cui mi sono messa a “predicare” e poco ci è mancato che mi venisse un colpo. Credo di non aver mai avuto davanti agli occhi un documento ufficialmente sottoscritto ed approvato ma totalmente disatteso nei suoi punti fondamentali. Davvero vorrei che tutti i Sorani lo leggessero, sono certa che, alla fine della lettura, converrebbero con me che si tratta, in riferimento alla nostra città, di un documento di “fanta amministrazione”, dal momento che se la nostra Amministrazione funzionasse così come si è impegnata con esso a fare, vivremmo nel migliore dei mondi possibili.
Come se non bastasse (perdonatemi, ma, da docente quale sono, non posso fare a meno di prestare un’attenzione quasi maniacale anche alla forma oltre che alla sostanza), mai nella vita mi era capitato di imbattermi in un documento ufficiale in cui ci sono intere parti mancanti (basti dire che il Capo I, art. 8 si ripete due volte e che si passa dall’art. 33 all’art. 34). D’accordo, l’attuale Amministrazione comunale poco c’entra con la sua stesura, che risale al 2008, ma è anche vero che lo ha ratificato al momento del suo insediamento e che debba conoscerlo a menadito e lo stesso dicasi per l’opposizione, che di quell’Amministrazione è parte integrante. Ratifica, a questo punto è ovvio, effettuata senza la debita, preventiva lettura, perché, stando al documento che ho davanti, nessuno si è ovviamente dato la briga di leggerlo e di correggerlo, figuriamoci di conoscerlo nei suoi punti fondamentali.
Del referendum – tirato magicamente fuori in questi giorni per abrogare la delibera concernente l’appalto per la pubblica illuminazione (contro il quale, sia chiaro, mi schiero anche io) – si parla subito dopo la petizione, come mai l’opposizione non ci ha pensato subito invece di perdere tanto tempo prezioso? Ok, già mi pare di sentire alcuni inveirmi contro: “Beh tu che dici di aver tanto letto lo Statuto perché non hai portato avanti la proposta referendaria??” Mea culpa, lo Statuto io l’ho letto solo un mese fa, quando rabbia e indignazione mi hanno spinto ad interessarmi delle sorti di questa città martoriata, ma la nostra opposizione aveva il dovere di conoscerlo fin dal primo giorno del suo insediamento, se non prima. Eppure c’è chi, in essa, si fregia del ruolo di formatore in materia di amministrazione pubblica….A proposito, mi è giunta voce che sia stato proprio in uno di quegli incontri “formativi” che una cittadina, completamente estranea alla politica ma animata da un senso di responsabilità talmente profondo da sentire il bisogno di non andarci impreparata e di leggere almeno lo Statuto comunale prima di prendervi parte, ha fatto presente, così, su due piedi, che si poteva ricorrere al referendum abrogativo e questo senza fare alcun corso preventivo, a dimostrazione che c’è tanta gente che non ha bisogno di essere “formata” (lasciamo perdere poi il fatto che, spesso, il confine tra formazione e indottrinamento è molto labile), bastano responsabilità, senso del dovere, coscienza civica e un notevole amore per la propria città.
Mi dispiace se ho fatto delle affermazioni molto forti e me ne assumo la piena responsabilità, ma è facile fare i “fighi” con le idee altrui. Come sarebbe stato bello se, con un lodevole atto di umiltà, si fosse reso onore a quella cittadina e alla sua partecipazione al destino di una così bieca vicenda, semplicemente riconoscendo di aver accolto un suggerimento prezioso…ma, probabilmente, sarebbe stata fantapolitica.
P.s. Che non mi si obietti che il referendum poteva essere proposto solo a delibera approvata. Con tale strumento si possono abrogare anche le mere proposte di delibera”.