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SORA – RACCOLTA ABITI USATI E CRIMINALITA’, FUORIPOSTO: “L’ASSESSORE D’ORAZIO SPIEGHI COME VENGONO SMALTITI”.

Dal Collettivo Fuoriposto, riceviamo e pubblichiamo:

Che la gestione dei rifiuti non fosse un piatto forte per questa amministrazione lo avevamo notato, ma è davanti all’indecenza che in ogni cittadino, dovrebbe iniziare quel processo che dall’indignazione ti porta a denunciare e successivamente ad agire. Era il 12 Agosto, quando attraverso la nostra prima raccolta fotografica, denunciavamo il fatto che la raccolta non venisse effettuata da veramente troppo tempo.

A Sora vi sono dei raccoglitori destinati alla raccolta di abiti usati, i quali, dopo esser stati raccolti, dovrebbero essere ceduti a chi ne ha più bisogno attraverso eventuali Convenzioni con associazioni di volontariato.

Secondo il Regolamento del Comune di Sora sulla gestione dei rifiuti solidi ed urbani , per la raccolta dei rifiuti costituiti da indumenti usati e tessuti, il Comune può avvalersi anche della collaborazione delle associazioni di volontariato : “A tale scopo, sono stipulate convenzioni con i soggetti individuati per regolamentare le modalità della raccolta, la tipologia, la quantità, il posizionamento e la frequenza di svuotamento dei contenitori. La convenzione prevede anche l’impegno, a carico del raccoglitore, di comunicare tempestivamente al Comune le quantità di materiale captate.[…]”

Come esposto pubblicamente sui cartelli presenti sui contenitori destinati alla raccolta, la cooperativa incaricata di raccogliere i panni dovrebbe essere la cooperativa NEW HORIZONS ONLUS. Quando abbiamo contattato telefonicamente tale cooperativa per avere delle spiegazioni riguardo il non corretto funzionamento della raccolta, ci hanno risposto che momentaneamente il compito di raccogliere abiti usati non spetta più a questa cooperativa bensì ad un altra coop. , ovvero la cooperativa RAU ( Raccolta Abiti Usati ).

In Italia, il paese dove ” l’immigrato vale più della droga”, dove si ride davanti ai terremoti e alle morti dell’Ilva, non poteva mancare che la cooperativa sociale New Horizons, che dovrebbe occuparsi della raccolta di tali abiti, indicata come potete vedere in foto sui contenitori gialli, sembrerebbe far parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico di rifiuti speciali.Non siamo noi a dirlo ma la Polizia di Stato nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera del 15 Gennaio 2015 sembrerebbe infatti che i capi di tali organizzazioni ricevevano, trasportavano, cedevano e comunque gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali, con «condotte di falsità materiale e ideologica in atti pubblici». I reati sono aggravati dall’articolo 4 del decreto legislativo n. 146/2006, perché secondo le indagini avrebbero fornito il loro contributo nella commissione dei reati a vantaggio di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività illecite in diversi Paesi europei e africani. Tra le altre, sono state sequestrate le cooperative New Horizons Onlus e Lapemaia Onlus e la società B&B Ecology srl. Tra gli arrestati anche un responsabile tecnico dell’impianto di recupero rifiuti gestito dalla New Horizons.

Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Roma e dalla polizia provinciale, sono iniziate due anni fa e hanno documentato la partenza di container da Civitavecchia e Salerno diretti in Africa con oltre 3.000 tonnellate l’anno di indumenti. Dalle indagini sarebbe emerso inoltre che il materiale era provvisto di bolle di accompagnamento false sull’avvenuta igienizzazione e fatturato solo in parte.

Ma c’è di più. Per gli investigatori, infatti, ci potrebbe essere la mano di Mafia Capitale nel traffico illecito di rifiuti. Il gip nell’ordinanza non esclude che l’affare degli abiti usati “non sia rientrato nel più ampio disegno dirigista e corruttivo di Salvatore Buzzi”, arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale.

Come anticipato, la cooperativa che adesso si occupa della Raccolta è la cooperativa RAU. I contenitori sono quasi sempre pieni con panni buttati per terra, un’oltraggio nei confronti di chi davvero ne avrebbe bisogno.

Quello che chiediamo all’assessorato all’Ambiente nella  persona dell’Assessore Maria Paola D’Orazio è di verificare il corretto funzionamento di tale servizio indicando pubblicamente ai cittadini in che modo questi abiti vengono smaltiti.
Considerato che già da tempo tale raccolta non avviene regolarmente, davanti al mal funzionamento di tale servizio, consigliamo di rinnovare la convenzione stipulata tra Associazioni-Cooperative e Comune di Sora con più funzionali Associazioni di Volontariato o Centri di Accoglienza per Anziani, Case Famiglia e Centri di Accoglienza per Immigrati.
E’ evidente che la raccolta degli abiti usati non è un servizio attivo solo a Sora, perciò rinnoviamo l’invito a cittadini e istituzioni di altri paesi di limitrofi di verificare l’effettiva funzionalità del servizio!