L’impressione è sempre più netta: Sora torna protagonista sul palcoscenico della politica provinciale. Negli ultimi anni, 10 forse 15, ha quasi sempre recitato un ruolo da comparsa. Le decisioni per la città venivano prese altrove. Il peso politico era scarso, liti e rivalità interne hanno finito per ampliare ancora di più il divario con gli altri due poli della Ciociaria: Frosinone e Cassino.
Qualcosa però adesso sta cambiando. Niente di straordinario, solo una tendenza che punta a rompere l’isolamento in cui la città e pure il suo comprensorio sono stati relegati. Le trattative, i buon uffici, i rapporti improntati al rispetto reciproco stanno aprendo scenari nuovi e per certi versi intriganti. La candidatura unitaria alle provinciali del 18 dicembre prossimo del consigliere comunale di maggioranza Alessandro Mosticone (foto) rappresenta un segnale concreto verso il ripristino di quelle condizioni generali che per tanti anni hanno visto Sora nelle stanze dei bottoni prima che da queste venisse estromessa.
Ed in questo contesto è curioso l’episodio verificatosi sabato sera in un ristorante di Broccostella dove ad un tratto e per brevi istanti si sono ritrovati l’ex sindaco Ernesto Tersigni, il pompeiano Agostino Di Pucchio e lo stesso Mosticone. Pare che entrambi, più Tersigni che Di Pucchio, non lo abbiano proprio incoraggiato ad affrontare l’avventura delle provinciali profetizzando per il giovane consigliere l’insuccesso. Proprio loro che qualche anno fa ‘persero’ l’assessorato in Provincia quando Tersigni lasciò la giunta Iannarilli con la promessa che la poltrona sarebbe comunque toccata a Sora. Beh, le cose andarono diversamente. E questa è storia.
Poi, con Roberto De Donatis sindaco, non andarono meglio. Anzi, una delle ragioni della crisi della maggioranza fu provocata dalle provinciali. Evidentemente gestite male. Ora tocca a Luca Di Stefano ed al suo gruppo dimostrare che le prospettive sono diverse. Proprio a cominciare da Palazzo Iacobucci.
zip