L’Identificarsi in un dato contesto territoriale e socioculturale sicuramente costituisce uno dei tasselli preponderanti del vivere umano. Mettere le proprie radici in un territorio significa scegliere un posto dove vivere, dove sentirsi tutelati e garantiti nei diritti, un posto sul quale investire, se necessario, tempo e capacità per perseguire obiettivi che migliorino il bene comune. Vivere in un paese, dove non ci si senta da meno, dove senza grandi ambizioni tutti i cittadini possano avere un sano confronto con le istituzioni e non dover “elemosinare attenzioni” è il motivo per il quale, mi accingo ad esprimere il mio più totale disappunto. Vivo a Carnello da sempre e da sempre pende sulla testa dei Carnellensi , come la spada di Damocle , la consapevolezza di vivere in una piccola periferia, così tanto preziosa perché il suo territorio si sviluppa su tre Comuni, ma spesso condannata all’oblio, al dimenticatoio. Nella piccola realtà del nostro paese ci sono le Scuole, che tanto in passato sono state volute dai nostri genitori, i quali le hanno difese con i denti e con le unghie dalle velleità di chi ambiva a trasferirle in centro, ci sono attività che nonostante le difficoltà continuano a portare avanti l’economia;c’è il Ponte, oserei dire il “Ponte della Discordia” che continua a stare lì , minacciato dall’incuria di anni, nell’attesa che, deus ex machina , si proceda quanto meno ad una ristrutturazione e messa in sicurezza dello stesso. C’è la Piazza, l’unico punto di aggregazione, perché, nostro malgrado, non esistono altre aree verdi che possano essere messe a disposizione dei cittadini , bambini ed anziani. Fondamentalmente le questioni che premono di più ai cittadini e delle quali, non senza difficoltà, cerco di farmi portavoce ruotano intorno al decoro urbano, alla sicurezza ed alla più generale valorizzazione di un territorio dalle grandi potenzialità, tuttavia non sfruttate. Si tratterebbe di obiettivi facilmente perseguibili, soprattutto alla luce della costituzione dei nuovi istituti di democrazia partecipativa che dovrebbero facilitare l’operato delle amministrazioni, in particolar modo sul fronte del dialogo, ma che, a quanto pare, stentano nei risultati. Raccogliere le istanze dei cittadini , senza che vi sia un vero riscontro, vanifica a monte ogni tentativo di collaborazione, minando la fiducia nelle istituzioni. La mia in questo momento sarà quasi sicuramente una voce fuori dal coro, ma mi sento in dovere di raccontare gli eventi che oggi ci interessano come paese, dal mio punto di vista. In questi ultimi mesi ho avuto modo di osservare , di conoscere dinamiche a me prima sconosciute: ho tratto le mie conclusioni ed adesso voglio prendere posizione. Con l’ auspicio che questo sia un nuovo punto di partenza, rinnovo il mio impegno e tutta la mia dedizione.
Lea Gigli
Vice Presidente del Comitato di Quartiere n. 9 “Carnello”