Riceviamo un comunicato stampa:
“Concessione d’uso degli spazi produttivi nel “Distretto dell’Abbigliamento Valle del Liri”.
Ad oggi continuiamo a registrare un atteggiamento ostico e non collaborativo da parte dell’Ente Comunale nei confronti delle quattro aziende che non hanno ancora firmato il contratto di concessione degli spazi di Via Felci, quattro e non più sei perché a quanto pare 2 aziende hanno cessato l ’attività e quindi non hanno più i requisiti.
La prima precisazione che vogliamo fare è che ci infastidisce enormemente venire a conoscenza della posizione del Comune di Sora (a quanto pare ferma e irremovibile) a mezzo stampa per voce della consigliera delegata Dott.ssa Floriana De Donatis che nell’ultimo articolo del 11/08/2019 ha usato toni molto forti e perentori con un linguaggio che non ci sembra consono per un amministratore che, tra l’altro fino a poco tempo fa era totalmente favorevole ad un rapporto sereno e collaborativo per risolvere la questione.
La Dott.ssa De Donatis in merito al riconoscimento delle spese sostenute dalle aziende ai fini dell’agibilità dei locali sostiene che le stesse vengono compensate con gli affitti maturati fino al 2014; sbagliato! Il Comune con una lettera del 20/06/2017 chiede alle aziende di produrre la documentazione necessaria proprio finalizzata all’agibilità,(spesa quest’ultima che ripetiamo all’infinito doveva essere a carico dell’Ente di Via Volsci), ora, non capiamo come si possa compensare una spesa fatta nel 2017 con canoni maturati al 2014.
Inoltre sempre la De donatis entra nel merito della gestione di ogni singola azienda dichiarando che dispiace il fatto che nonostante il volume di affari di tutto riguardo e commesse di brand famosi ancora insistono per il riconoscimento delle spese.
A parte che ci sembra una questione di puro principio per i motivi sopra detti.
Poi in merito alla rateizzazione dei canoni pregressi, è vero si che tutto viene compensato con le annualità novembre2014-novembre2015, ma è pur vero che nel frattempo le cose possono cambiare e come potrebbe insegnarci la Dott.ssa (visto che è titolare di uno Studio di consulenza contabile e del lavoro), un conto è il volume d’affari, altra cosa sono i flussi finanziari che vanno gestiti in base a priorità che ovviamente nel nostro caso sono rappresentati dal pagamento degli stipendi delle persone che lavorano nelle nostre aziende per la tutela di un economia locale che andrebbe salvaguardata dall’Amministrazione e non osteggiata.
Con questo non vogliamo dire che non abbiamo intenzione di non regolarizzare la nostra posizione,assolutamente, visto che sono stati versati degli acconti da parte delle quattro aziende, ma solo il riconoscimento delle spese e un ulteriore rateizzazione dei canoni pregressi che si sa in ogni tipo di trattativa è prevista e se c’è intenzione da parte del Concedente di risolvere la questione può essere presa in considerazione.
Un ultima cosa, la De Donatis fa riferimento anche alla percentuale delle entrate destinate ad opere comuni per lo sviluppo e la crescita del distretto, noi abbiamo chiesto a riguardo ma ad oggi non abbiamo avuto risposta.
Per chiudere, poniamo un ultima domanda di carattere generale; noi continuiamo ad essere disponibili nei confronti del Comune per cercare di risolvere la cosa in maniera extragiudiziale, se per l’Amministrazione non è cosi allora ne dovremmo discuterne nelle sedi opportune come è già accaduto per qualche azienda a cui in passato è stata applicata una procedura di sfratto e a quanto pare ha avuto diritto ad un cospicuo risarcimento.
Augurandoci quindi di ritornare a sederci ad un tavolo per l’ultima volta ed in maniera veloce definire tutti i termini per arrivare alla definizione del percorso che ci porti alla firma confermiamo quindi la nostra disponibilità e collaborazione che non ha nessun tipo di atteggiamento furbesco ma nell’ottica di pura condivisione di obbiettivi comuni che in primis sono rappresentati dalla salvaguardia di posti di lavoro che possono contribuire ad un economia locale che ahimè non vive un momento di massimo splendore.