Da Sinistra Unita Sora, riceviamo e pubblichiamo:
Con l’assemblea dello scorso sabato, una sala gremita di donne, uomini e tanti, tanti ragazzi ha risposto all’unica domanda che che Sinistra Unita Sora auspicava: la partecipazione popolare e democratica a una discussione attorno al senso della parola “sinistra” e l’attenzione delle “autorità” politiche presenti, alle idee, alle testimonianze, alle istanze, di tanti, provenienti dalla società civile.
Anche solo per le ore che ci hanno visto insieme, abbiamo assistito a una Sinistra pronta al dialogo, alla condivisione, una sincera e concreta consapevolezza che quello fosse il mondo reale a cui prestare il proprio ascolto.
A dire il vero, un’altra risposta ci auspicavamo, l’intento di molti di replicare questa esperienza in altre parti della provincia, e del Paese, perché Sinistra Unita Sora, ancora una volta, ha dimostrato che si può mettere in secondo piano la propria appartenenza politica in nome delle esigenze di un popolo che ci chiede di occuparsi del lavoro, della scuola, della sanità, ma anche dei propri sogni, delle proprie speranze, della propria felicità. Perché la priorità non è tanto quella di unire le anime della sinistra, le sigle partitiche, quanto quella di condividere l’esigenza di tornare a restituire dignità alla parola “sinistra”, al suo senso più profondo, quello più istintivo, di stare sempre dalla parte degli oppressi.
Dal tema dei “voucher”, un sistema che in sinergia con le regole del Jobs Act ha finalmente svilito il sistema lavoro, allo smembramento della scuola, dei suoi apparati, alla riduzione a merce delle donne e degli uomini, in un processo avviato già da diversi anni, che ci vede non attori ma ultimi fruitori di apparati aziendali , Azienda sanitaria, azienda scolastica, ecc.
Ecco che a pochi mesi da una tragedia scampata, quella del referendum costituzionale, rifuggito il tentativo di conformare la Costituzione sugli interessi di una minoranza dominante organica al capitale finanziario, abbiamo cavalcato l’onda di una partecipazione democratica motivata, che non si registrava da tanto tempo, una partecipazione che ha costretto la Sinistra, quella propriamente detta, a rimettersi in discussione. Lo abbiamo fatto, perché in questo quadro indistinto, i cartelli elettorali, le sigle politiche non prevalgano sui contenuti, sulle vite delle donne e degli uomini che sognano ancora a Sinistra.