È necessario elencare alcune priorità per la crescita.
Quello che sta per iniziare è un autunno importante. Sarà, infatti, l’autunno che segnerà definitivamente la stagione di recessione di tutto il sistema Italia ma che, contemporaneamente, dovrà covare al suo interno i semi della ripresa economica. In questo senso, dall’amministrazione comunale ci si aspetta moltissimo, proprio perché è noto a tutti che è nei momenti di maggior difficoltà che bisogna progettare la rinascita. Un progetto di rinascita che noi ci rifiutiamo di individuare esclusivamente nelle iniziative di grande richiamo: appena terminato il ciclo di manifestazioni estive (che certamente ha richiamato in città un flusso importante di visitatori) si sta già iniziando a parlare di quelle natalizie, come se fosse questa la grande priorità amministrativa dei prossimi mesi. Pur comprendendo l’importanza di queste politiche, sarebbe bene che la cittadinanza venisse informata su cosa il governo cittadino sta programmando di fare per uscire dalla crisi, per combattere il forte disagio sociale venutosi a creare, per sostenere l’occupazione e l’economia locale, per tutelare il nostro patrimonio naturale e culturale, per creare nuove infrastrutture funzionali. L’amministrazione Tersigni è in carica da oltre 15 mesi: se vuole davvero lasciare il segno dovrà rimboccarsi le maniche e fare ben altro rispetto ai risultati portati a casa fino ad oggi che, se si eccettua qualche evento pubblico, sono senza dubbio scarsi e deludenti. Crediamo sia opportuno, a questo punto, stilare una sorta di miniprogramma, sulle basi di quanto promesso in occasione della campagna elettorale, con una serie limitata di priorità da affrontare nel breve periodo per dare respiro e speranza ad un territorio letteralmente schiacciato nelle sue legittime aspirazioni di rilancio. Ciò che si chiede, dunque, è di dare un concreto segnale di presenza, che vada oltre casi isolati e che affermi la forza di un programma stabile e strutturato. Sora ha bisogno di progettualità importanti: le potenzialità non mancano! Proprio nell’ambito di queste necessità, perché non ricorrere una volta per tutte al ‘vero’ aiuto delle consulte? Questi strumenti partecipativi hanno rappresentato fino ad ora solo organismi appena accennati ed incompleti. Vorremo ricordare, giusto per rinfrescare la memoria, che secondo l’Art. 45 dello Statuto Comunale le consulte possono abbracciare praticamente tutti i campi della vita pubblica. Ad esempio, spesso si parla genericamente di consulta del commercio, senza sapere che lo stesso statuto prevede che, oltre al commercio, tale organo debba occuparsi anche di industria, artigianato, ambiente e gestione del territorio. E ancora, la consulta per le pari opportunità dovrebbe occuparsi anche di disabilità, disagio sociale, terza età, famiglia e sanità; per non parlare della consulta cultura, sport e turismo, e di quella per la condizione giovanile, scuola , università e tempo libero. Staremo a vedere se chi di dovere saprà ‘battere un colpo’ in questa direzione, poichè la gente ha bisogno di politiche solide, e non solo di iniziative celebrative e di richiamo.