Riceviamo e pubblichiamo questa drammatica testimonianza di un lavoratore che si è visto privare del proprio salario e del TFR accantonato dall’azienda in cui lavorava, posta in liquidazione.
“Quella che mi appresto brevemente a raccontarvi è la mia storia, la storia di un impiegato, di un operaio per l’esattezza, come tanti, ma è anche la storia di un padre di famiglia, come tanti, che già prima delle feste natalizie ha lo stomaco pieno e il fegato troppo gonfio a furia di dover tollerare la angherie e le ingiustizie a cui è stato costretto da gente che a Natale aspetterà la nascita del Bambinello con la coscienza sporca e che con mani poco pulite avrà il coraggio di augurare buon anno a gente a cui ha rovinato parecchi anni.
Ho lavorato per più di 25 anni assieme a molti altri compagni per una nota ditta che senza porsi troppi problemi e che, Dio solo sa perché, ha dichiarato un fallimento fittizio mettendoci tutti alla porta con arretrati di stipendi non pagati e che ha avuto il coraggio di mettere le mani anche sui TFR che ci siamo sudati in anni e anni in cui abbiamo sempre lavorato duramente, raggiungendo grandi risultati e ottenendo grande stima a livello nazionale, anni in cui abbiamo sacrificato la compagnia di mogli e figli per lavorare anche all’estero, anche 14 ore al giorno pur di lavorare e guadagnare.
Ma quale guadagno ci ripagherà dei torti subiti, coscientemente compiuti da datori di lavoro, da persone di cui ci fidavamo e a cui ci affidavamo completamente?
Non avrei mai immaginato che la mia esperienza lavorativa con loro si sarebbe conclusa cosi, e questo pensiero, questa realtà mi fa ancora più male se penso a tutto quello che mi son perso, che ho dovuto mettere da parte per lavorare con loro e, capiamoci, ne ero ben felice, perché il lavoro è lavoro ed io avevo una famiglia da sostenere.
Ma se adesso ripenso a quando i miei ragazzi erano piccoli, alle recite perse, ai Natali trascorsi in fabbrica, a tutta la loro vita quotidiana di cui non ho goduto da quando mio figlio si è fatto male ed io non c’ero, a quando mia figlia ha partorito mio nipote ed io era fuori a lavoro, a tutte le serate in compagnia che mi son perso per lavorare per chi mi ha poi tradito e buttato fuori cosi, mi viene da chiedermi: a chi ho dato le mie energie in tutti questi anni? Come riescono a stare in pace con la loro coscienza? Come hanno osato toccare anche i nostri TFR? Quando, visti i lunghi tempi della burocrazia italiana, avrò tutto quello che mi spetta di diritto?
La cosa peggiore è che ci troviamo da soli con i nostri avvocati a combattere anche contro quelle istituzioni statali che dovrebbero salvaguardare noi lavoratori in questi casi.
Solo una cosa so di certo e la voglio condividere con chi si trova nella mia stessa situazione.
Io questo Natale lo trascorrerò felice con la mia famiglia, con la coscienza e le mani pulite di chi ha sempre fatto il proprio dovere e non ha mai rubato nulla a nessuno, voialtri, meschini e traditori, potrete dire la stessa cosa?”