Riceviamo e pubblichiamo:
SORA — Anche la vetta di Monte Serra Alta, la montagna “dell’apparecchio” cara a tantissimi sorani e non solo, ha il suo “Libro di cima” o “Libro di vetta”.
Infatti nel corso di un’apposita escursione il gruppo “Escursionamoci” affiliati al CAI di Sora, ha voluto regalare a tutti i futuri fruitori di quella montagna, simbolo della città, una libro che sarà scritto da tutti coloro che saliranno sulla stessa con loro pensieri, loro ricordi, frasi o semplicemente una firma.
“L’evento è il primo di una lunga serie e si inserisce all’interno di un progetto più ampio volto a valorizzare la rete sentieristica locale sotto l’aspetto naturale, culturale e sportivo. – sottolineano al CAI di Sora – Un grazie ai soci Simona Prosperi, Patrick Tatangelo e Patrick Cristini che con il loro impegno hanno organizzato la giornata, rappresentando appieno i valori fondanti del nostro sodalizio: amicizia, solidarietà e amore per la montagna. Il presente libro segna un ulteriore passo nella promozione della cultura della montagna e nella diffusione della sua storia che da novanta anni caratterizza l’attività del Cai Sora.”
Nel corso della giornata sono state anche ricordate le vittime dell’incidente aereo che la sera del 30 marzo 1963 sul volo «IH 703» proveniente da Pescara e diretto a Roma, a bordo del bimotore a pistoni Dc-3 immatricolato I-TAVI, della compagnia aerea Aereolinee Itavia, a capo della quale è il principe Caracciolo, subentrato al socio fondatore Donati, si schiantò a pochi metri dalla cima di quella montagna, incendiandosi e distruggendosi. Nessuna delle undici persone a bordo del Dc3 sopravvisse alla sciagura.
Oltre ai tre membri dell’equipaggio, periscono tutti i passeggeri, tra cui Guido Mancini, vice-presidente e fondatore della Società proprietaria dell’aereo.
Quei morti vengono ricordati forse solo per aver unito il loro tragico destino a quello del vice presidente di una compagnia aerea che oggi non esiste più e che continua a far parlare di se.
Aelle