di Stefano Di Palma
A causa dell’antica venerazione nutrita dai cittadini verso la Madonna e della particolare collocazione, visto che si trova sulla prima altura del Monte San Casto, il santuario della Madonna delle Grazie gode di altissima considerazione che lo rende un vero e proprio elemento distintivo del territorio sorano.
Raggiungere il santuario richiede una certo impegno fisico nel segno di una sorta di elevazione spirituale che si ottiene in maniera catartica attraverso una fatica del corpo che si tramuta all’arrivo in gioia per il pio devoto, per gli amanti della natura e per gli sportivi. Al sito si giunge principalmente tramite due viottoli, non comodissimi, che si intraprendono rispettivamente dalla chiesa di Sant’Antonio Abate e dalla chiesa di San Silvestro Papa; è possibile giungere sul posto anche da Via Spinelle tagliando la montagna e attraversando un viottolo meno frequentato. L’accesso diretto è invece garantito dalla lunga scala, costituita da ben 409 gradini, che congiunge la città di Sora al santuario; edificata nel 1908 la scalinata parte dalle pendici del monte ossia da Via Pianello, costeggia a mezza altezza la cappella di San Gaetano ed è scandita in diversi punti da piccoli spazi per la sosta e dalle croci in metallo della Via Crucis che accompagnano il percorso.
Dall’ultima rampa di scale si vede il prospetto della chiesa connotato da un doppio ordine di paraste separate da una cornice sulla quale si legge “IN ME OMNIS GRATIA” e culminante in un timpano; impreziosiscono la facciata anche due edicole-campanili, un rosone centrale e due finestre che affiancano l’unica porta di accesso. L’interno dell’unica navata su cui si affacciano gli altari laterali, ospita, nell’altare maggiore, costituito da poderose coppie di colonne corinzie che sorreggono un timpano, la principale immagine ossia l’affresco raffigurante la Madonna delle Grazie eseguito forse nel secolo XVIII (cfr. G. SQUILLA, 1976). L’opera non vanta particolare preziosità artistica ma gode di notevole venerazione da parte dei fedeli.
Su un lato del presbiterio è conservata la statua della Madonna delle Grazie utilizzata nelle processioni e donata al santuario nel 1909: a ringraziamento della protezione accordata alla città di Sora dalla Madonna delle Grazie durante il bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, nel 1948 un’aureola d’oro fu posta sul capo del simulacro corredata da dodici stelle offerte da dodici famiglie sorane.
Le origini del santuario si perdono nella storia: la prima notizia sicura risale al 1583 e negli anni subito successivi risulta aggregato definitivamente alla chiesa di Santa Restituta; l’altro importante e antico culto che si espleta nel sacro luogo è quello riservato a san Gerardo, patrono della vicina Gallinaro, del quale si venera e conserva una statua lignea (cfr. E. M. BERANGER – M. FERRACUTI – L. GULIA, 1990; L. MEGLIO – R. REA, 2012). Nelle stanze contigue al santuario un tempo risiedeva l’eremita che lo custodiva; nel 1944 il penultimo eremita fu ucciso dai tedeschi che occuparono il monte e l’eremita che gli successe andò via presto. Subito dopo si stabilì un comitato di devoti che con i dovuti ricambi generazionali ancora oggi custodisce la chiesa.
Numerosi sono i restauri praticati su questo edificio di culto, tra i più importanti si menzionano l’ampliamento dell’edificio avvenuto nel 1867, il corposo restauro del 1951 e quello recente conseguente ai danni provocati dal sisma verificatosi nel febbraio del 2013.
Anche l’esterno del santuario si mostra accogliente e capiente; oltre allo spazio antistante la chiesa esiste un piazzale laterale e nella parte posteriore dell’edificio, all’imbocco del sentiero che porta al castello, si erge la grande croce (la quattordicesima della Via Crucis collocata sulle scale) alta 17 metri e lì sistemata nel 1974; superbo in bellezza è il panorama che si gode dai punti citati dove si apprezzano diverse vedute di Sora e delle montagne circostanti.
Alla sollecitudine dei devoti della Madonna delle Grazie si ascrivono altri interventi sul santuario dei quali si citano la porta bronzea del 1999 opera di Guglielmo Savini che presenta un programma iconografico dedicato alla Vergine che comprende quattro episodi della sua vita (Annunciazione, Visitazione, Crocifissione, Assunzione) e il concerto di campane, opera realizzata nel 2001 dalla Fonderia Marinelli di Agnone, composto da sette campane che suonano con tonalità diverse e dedicate a vari santi e alla Madonna delle Grazie. Nel santuario si svolgono celebrazioni in feste particolari e per culti storicamente radicati (festa di san Gerardo, di san Luigi, della Madonna delle Grazie il 2 luglio ecc). La principale attestazione di fede si espleta nel mese di maggio quando tutti i giorni al mattino presto si celebra la messa con la partecipazione di numerosi fedeli. Il culmine di questa devozione si ha nella giornata conclusiva, ossia il 31 maggio, quando di sera si snoda una fiaccolata che parte da Sora e giunge al santuario; si tratta di un appuntamento molto atteso che prevede la partecipazione di molte persone: l’evento si svolse per la prima volta la sera del 31 maggio 1967.