Da Luciano Conte – Consigliere Comunale di Sora – Capo Gruppo di “Risaniamo Sora” Articolo 1- Movimento Democratico e Progressista – riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota che segue:
Per la responsabilità della quale mi sento investito in qualità di Consigliere Comunale eletto grazie alle preferenze di tanti concittadini, che hanno riposto in me la propria fiducia, e da esponente di un partito di centro sinistra, Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, sento il dovere morale di richiamare l’attenzione su un sentimento di disorientamento, scaturito dalle recenti vicende che hanno riguardato esponenti di rilievo nella nostra provincia del PD.
Non intendo esprimere giudizi su persone e fatti, ma voglio riflettere sulla mancanza di rappresentatività che il nostro territorio pagherà nella prossima tornata elettorale: sempre meno voci a perorare le cause care a noi progressisti. Questo non ci impedirà, però, di continuare ad occuparci delle ragioni della nostra appartenenza politica e dei temi che tante persone ci chiedono di difendere.
Dapprima il “Lavoro”, inteso come sicurezza “sul lavoro” e “del lavoro”, non precariato, e di equa retribuzione. Quindi l’attenzione a chi quel lavoro non riesce a trovarlo e ai ragazzi che, magari con una laurea in tasca, sono costretti ad emigrare. Attenzione anche a chi il lavoro lo ha perso ad un’età “dimenticata” da una classe politica incapace di valorizzare e creare occasioni di rientro, e, non da ultimo alle donne lavoratrici, cui, deve essere garantito il diritto alla procreazione e alla genitorialità.
Quindi la “Sanità pubblica” che deve essere fruibile a tutti. Penso alla condizione dei pazienti nel nostro Pronto Soccorso e alle difficoltà che incontra il personale sanitario nel rispondere con buon livello qualitativo alle domande urgenti e dei malati per la carenza di posti letto nei reparti e di personale medico e paramedico.
E ancora la “Scuola”, la “Cultura” e le altre molteplici criticità di un territorio di frontiera come il nostro.
Penso alle piccole e medie imprese, eredi di una tradizione locale di operai e artigiani che hanno osato fare il salto di qualità avviando un’attività in proprio, piegate oggi dalle difficoltà causate dalla pandemia e dal caro energia. Penso ai piccoli commercianti che resistono e a quelli che non ce l’hanno fatta, piegati dall’acquisto on line, dalla tassazione e dai contributi non versati pur di assicurare lo stipendio ai propri dipendenti. Penso alle famiglie che non ce la fanno e a quelle che non ce la faranno con gli aumenti che subiremo in seguito al problema energetico conseguito alla guerra in Ucraina. Penso ai padri separati, che ingrossano le fila dei nuovi poveri, non riuscendo a pagare affitto e alimenti, ai figli e alle madri separate, che non riescono ad ottenere gli alimenti. Ai poveri alle persone con I diritti negati. Penso ai diritti negati.
A tutto questo si aggiunge il fatto che la nostra provincia nelle statistiche circa la qualità della vita primeggia spesso in negativo: per il reato di usura, ad esempio, è al quinto posto, mentre è in fondo alle classifiche per numero di posti letto in oncologia e apparecchiature ospedaliere sofisticate, non eccelliamo neanche per cultura e qualità dell’aria. Per tutti, e per molti altri motivi, voglio esortare tutti i progressisti alla mobilitazione: non possiamo arrenderci alle proposte della regionalità differenziata, né possiamo sentir parlare nuovamente di carbone e nucleare come facile soluzione alla crisi energetica.
Noi ci siamo ancora! Parliamo al popolo, spieghiamo le nostre motivazioni e andiamo a convincere gli indecisi e coloro che vogliono astenersi dal voto, perché non possiamo lasciare ad altri la facoltà di decidere per tutti. Ad un mese esatto dall’apertura delle urne, invito tutte le forze progressiste a riunirsi ad un tavolo di lavoro.