Stanno facendo un po’ di confusione gli amici di Tg24 che a quanto pare non hanno ancora capito che il candidato sindaco di un folto gruppo civico è Luca Di Stefano e non il padre, Enzo Di Stefano. A meno che non vogliano confondere i sorani. In un ‘pezzo’ comparso poco fa sul sito di famiglia, infatti, più volte compare il nome dell’ex sindaco di Sora, forse l’ultimo sindaco di una Sora che non c’è più. Purtroppo. In ogni caso, il nome di Enzo Di Stefano compare spesso affiancato a questo o quel consigliere o assessore.
Luca devono proprio temerlo gli amici di Tg24 per non citarlo in continuazione, quasi volessero esorcizzare il bene che un padre vuole al figlio. Quale genitore – in fin dei conti è questa una delle domande più significative della campagna elettorale – non aiuterebbe il figlio? Si pensi un po’ al contrario. Cosa si direbbe? A Luca Di Stefano vuole bene tutta la città, gli vogliono bene anche i suoi avversari politici e non perdono occasione per affermarlo.
Fortunatamente la passione che il giovane candidato sindaco ci sta mettendo in questo periodo, insieme a tante altre risorse umane della città ed alcuni con solida esperienza amministrativa, è ben più forte del tentativo di oscurarlo, quasi offensivo nei suoi riguardi. E’ lui il candidato sindaco e non il padre. Che dal Comune è uscito spontaneamente nel 2000, cioè 21 anni fa, dopo diversi successi negli anni precedenti. Che in quanto a capacità politiche ed amministrative è distante anni luce da altri.
Già, luce. Ci pare proprio il termine adatto. Questione di milioni. E così non si perde occasione per mestare nel torbido, per spostare l’attenzione, evitando di guardarsi in casa propria. Non sono passati alla storia, tanto per essere chiari, i cinque anni di maggioranza di Valter Tersigni. Non passeranno alla storia gli ultimi cinque in minoranza. Che non sarebbe stata minoranza se avesse amministrato bene la città. Ed invece i sorani lo hanno bocciato. Purtroppo per lui, l’illuminato che ‘con coerenza sostiene la canditura di Eugenia‘. Eugenia chi? Il cognome qual è? E poi la canditura che è? Un nuovo modo di candire la frutta?
Ed infine viene da chiedersi, ma Luca Di Stefano è lo stesso che cinque anni fa portò in dote quasi 650 preferenze ai fratelli Tersigni? E il padre Enzo Di Stefano è lo stesso che allestì una lista da circa 1400 voti sempre nella stessa direzione? La storia è storia è c’è poco da fare!