Avanti! Non è lo storico quotidiano socialista. E’ il motto scelto da Lino Caschera (foto).
Il consigliere comunale della micromaggioranza va avanti per la sua strada e punta dritto alla candidatura a sindaco. I segnali sono evidenti. L’esponente della Lega ha rilanciato la sua pagina social ed a quanto pare sta cercando (e forse ha già trovato) un responsabile che la gestisca. Ora, è vero che a Sora accadono cose strane quando si tratta di politica, ma che uno stia cercando (oppure ha già trovato) un esperto che gli curi l’immagine e la comunicazione da semplice candidato consigliere comunale è decisamente insolito. Magari fosse così e per tutti! Si risolverebbe, almeno temporaneamente, il problema della disoccupazione in città.
Ed invece Lino Caschera punta al bersaglio centrale, quello da 10 punti, vuole la poltrona più ambita. E se prima era difficile credere alla pur legittima aspirazione, ora le cose stanno diversamente. Il delegato alle manutenzioni non è uno sprovveduto. Sa benissimo che volare alto, con la dote di un considerevole pacchetto di voti che potrebbero fare la differenza, gli conviene comunque. Sia che dovesse davvero candidarsi a sindaco e sia se acconsentisse ad un accordo rinfoderando il sogno di occupare in pianta stabile l’ufficio sul retro dell’aula consiliare.
Del resto i rapporti con gli ‘alleati’ del centrodestra (laddove alleati è un auspicio), Massimiliano Bruni e Vittorio Di Carlo, rispettivamente di Fratelli d’Italia e una ‘partuccia’ di Forza Italia, non sono proprio idilliaci. Con Bruni non si parlano da giorni e giorni. L’ultima volta è capitato in Municipio, dove Bruni era in compagnia di uno dei tanti candidati sindaco che ha bruciato. Uno scambio di battute e niente di più. Con Di Carlo le occasioni occasionali sono più frequenti: un caffè al bar, una chiacchiera in piazza. Anche qualche considerazione sulle comunali, sulle ultime novità. Ma quando c’è da approfondire, il discorso viene troncato.
E così i giorni passano, le settimane pure. E Caschera va avanti, per conto suo. Una lista di fatto già ce l’ha, l’altra la sta facendo. Due, nel caso, riuscirà ad allestirne. Lui dice quattro ma non è vero. Del resto un paio, forti e robuste, gli garantiranno un posto in aula. Comunque. Gli altri, cioè il gatto e la volpe, non sono altrettanto sicuri.