Da Rifondazione Comunista Circolo di Sora e dall’associazione Progetto Città riceviamo e pubblichiamo:
Durante l’ultimo consiglio comunale, l’amministrazione al governo ha conferito la cittadinanza onoraria al 41° Reggimento Cordenons di stanza a Sora. Il voto all’unanimità dei consiglieri comunali lascerebbe intendere una volontà collettiva che supera interpretazioni “ideologiche” come questo tempo di fluidità politica, per usare un eufemismo, sembra imporre.
Eppure corre l’obbligo di puntualizzare, soprattutto per chi forse non ricorda oppure non ne è a conoscenza, che altri e significativi meriti il Reggimento annovera tra i suoi titoli, senza voler necessariamente mettere in opposizione le recenti e locali acquisizioni di prestigio con altre e passate onorificenze. Queste ultime sono maturate nel 1943 quando esso, dislocato in Albania, a seguito dell’armistizio che l’8 settembre l’Italia teatrale e fanfarona dell’epoca fascista sottoscrisse con gli Alleati, non esitò a schierarsi contro le truppe naziste, rivoltandosi contro di queste dando vita ad azioni al fianco dei partigiani albanesi e montenegrini. Una storia, quella del Reggimento Cordenons, che ha fatto guadagnare ad esso la medaglia d’argento al Valor Militare conferita con Decreto del Ministero Difesa Esercito con la seguente motivazione: “Reggimento di spirito elevatissimo, dislocato in Albania all’atto dell’armistizio, si diede alla montagna, sostenendo nel settembre 1943, i primi aspri combattimenti contro i tedeschi, distruggendo con il suo tiro mezzi blindati e dando efficacissimo contributo alla difesa. Successivamente, per circa un anno e mezzo, pezzi del 41°, unica artiglieria che lottava a fianco delle schiere partigiane, furono di prezioso ausilio in numerose azioni di guerra partigiana contro i tedeschi, alle quali in più circostanze, ufficiali ed artiglieri parteciparono come fanti. Due batterie, unici reparti di tutta la IX Armata, restarono nella loro costituzione organica fino al rimpatrio nel maggio 1945, scortando così sino all’Altare della Patria, in Roma lo Stendardo del Reggimento che un Ufficiale aveva salvato, attraverso rischi e sacrifici quale simbolo prezioso dell’onore delle Armi d’Italia”.
Una realtà ben nota quella del Cordenons a chi è attento alle vicende che hanno condotto alla democrazia in Italia. Onore al nostro reggimento quindi, che anticipò i fondamenti della nostra costituzione applicandone con sacrificio spontaneo i valori democratici.
In questa nostra società, che procede in maniera velata al processo di sostituzione dei simboli e dell’apparenza alla realtà profonda dell’agire e dell’essere, si impone sempre, quindi, una rilettura dell’attuale politico manifestarsi, per carpirne le intenzioni spesso poco evidenti. Ad alcune “nostalgiche” componenti del nostro variegato e brancaleonesco consiglio comunale, che in un passato non troppo lontano omaggiavano con il saluto romano i leader in voga del momento, abbiamo inteso ricordare che non è sufficiente addurre con motivazioni più o meno sostanziate il riconoscimento alle istituzioni che il nostro territorio ospita. Ad esse va tributato un onore più alto che si condensa innanzitutto nella conoscenza della loro storia. Con la speranza che, queste ad altre manifestazioni, non siano invece un tentativo malcelato di confermare velleitari, opportunistici e sgradevoli intrecci post-elettoralistici. (foto Sora24)