Dall’Ufficio Stampa dell’ASD Ginnastica e Calcio Sora:
Giornata da dimenticare al “Tomei”. I novanta minuti contro il Cynthia evidenziano due facce della stessa medaglia, due storie, due atteggiamenti, due gradi d’attenzione…due Sora perfettamente diversi. Se il primo tempo è monopolio assoluto di Bellucci e compagni, la ripresa azzera la componente bianconera sul campo e concede al Cynthia il ruolo da protagonista.
Quattro reti nei primi quarantacinque minuti, due nel secondo parziale. Apre le danze Cruz al 12’, De Marco lancia Pagni sulla destra, traversone basso dal fondo, Cruz aggancia e conclude col destro centrando prima il palo e poi la rete. Al 25’ la rete del raddoppio, De Marco lancia lungo per Pagni, Bagaglini e Scarfagna pasticciano al limite dell’area, Pagni ne approfitta e mette a sedere Scarfagna, piazzandola poi nella porta sguarnita. E’ tris al 31’, Carta atterra irregolarmente Cruz in area e il direttore di gara decide per il calcio di rigore. Dal dischetto va proprio il brasiliano che la piazza nell’angolo alla sinistra dell’ultimo difensore genzanese. Accorcia le distanze il Cynthia al 35’, Carta batte un calcio di punizione dai venticinque metri e dalla mischia in area che ne scaturisce Hasa raccoglie la sfera incustodita e spedisce in rete trovando l’angolo alla sinistra di Frasca.
Al rientro dagli spogliatoi parte forte la formazione di Rughetti. Al 4’ il Sora si complica la vita, Maccaroni pesca il secondo giallo di giornata e lascia i suoi in inferiorità numerica. Si galvanizza il Cynthia e dopo quattro giri di lancette arriva la rete del 3-2. Corner ospite, Bendìa a calciare, Leccese a deviare in rete di testa. La parabola discendente culminerà al 35’, Prata appena entrato entra male su Bagaglini in area bianconera. Penalty di cui si fa carico Bendìa, palla a sinistra, portiere a destra e 3-3 definitivo.
Si accende l’atmosfera in sala stampa nel post gara. Castiello di fronte ai media locali annuncia le proprie dimissioni: «Ho appena rassegnato le mie dimissioni – comunica il tecnico sorano – me ne vado perché qui non sono più felice. Ho trascorso due anni senza percepire un euro. Faccio 400 km al giorno ed è difficile rimanere se non trovo più le motivazioni. Nessuno ha apprezzato il mio modo di fare, evidentemente avete bisogno di grandi allenatori. Non me ne sono andato prima di gare difficili, vado via ora che la strada è in discesa. I miei 34 punti non sono da buttare via, anzi. Chi verrà non potrebbe trovare situazione migliore di questa. E ci tengo a sottolineare che sto andando via senza chiedere nulla a questa società. Non causerò alcun problema a questa squadra. Come scrive Manzoni nei Promessi Sposi, qualora vi avessi annoiato, non era mia intenzione».
La società prende atto delle parole di Castiello e ci tiene a correggere alcuni concetti espressi dal tecnico.
Innanzitutto ci spiace se da qualche tempo non trovi più giovamento dal rapporto di lavoro che lo lega a questo ambiente, e ancor di più se fare avanti e indietro, come la quasi la totalità della dirigenza, gli arrechi malessere. Di certo non è corretto dire che in due anni trascorsi sulla panchina bianconera non ha mai percepito un euro, specie alla luce degli stipendi presi con la nuova gestione, che di certo saranno poco rispetto a quanto pattuito, ma pur sempre qualcosa da non disdegnare. Crediamo inoltre che i momenti difficili arrivino proprio adesso, ma ci rendiamo conto che la nostra visione di questo finale di stagione è profondamente diversa da quella dell’allenatore. Noi ad esempio siamo convinti che chi arriverà non troverà affatto una situazione piacevole. La classifica non ci sorride poi così tanto e le gare che ci aspettano sono battaglie che richiederanno la nostra fatica, il nostro sangue, la rabbia e la fame. Per ciò che concerne infine la parola data circa il nulla a pretendere dalla società, prendiamo tale promessa come un atto di fede, e niente più di questo non essendoci ancora nulla di scritto a prova di tali intenzioni.