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SORA – AGGRESSIONE AL CENTRO ACCOGLIENZA, VITALE: “IL PREFETTO CI FACCIA CONOSCERE IL PIANO SICUREZZA”

Da Antonio Vitale, coordinatore locale di NOI con SALVINI – SORA, riceviamo e pubblichiamo:

Apprendiamo con preoccupazione del lancio di una molotov alla porta del centro di accoglienza ieri notte a Carnello, probabilmente per protestare contro l’arrivo di migranti a Sora.

L’episodio evidenzia uno stato sociale degradato. Non è colpendo gli ultimi (i migranti) che si risolvono i problemi la cui responsabilità ricade sulle scelte del Governo, rappresentato qui dal Prefetto di Frosinone.

Riteniamo affrettate le decisioni del Prefetto che, forte della sua esperienza quale Direttore dello Sportello Unico dell’Immigrazione della Prefettura di Roma ma forse non conscio delle difficoltà degli Italiani in questo momento economico particolarmente delicato, rompe l’equilibrio sociale accettando l’arrivo di alcuni migranti ( e forse di altri a breve) ben pensando di scaricare poi la patata bollente, con l’aiuto della Caritas provinciale, ai Comuni periferici della Provincia e non (eclatante l’episodio di Pisterzo, prov. di Latina, parte della Diocesi di Frosinone).

Le assicurazioni del Prefetto sullo stato di salute fisica dei migranti ci tranquillizzano, ma visto quello che sta succedendo all’estero, avremmo preferito anche quelle sul loro stato di salute psichico.

Restiamo in vigile attesa di conoscere il piano sicurezza che il Prefetto dovrebbe mettere in campo per tutelare i cittadini della Provincia e delle scarse Forze dell’Ordine disponibili, che molte associazioni legate al business dei migranti, in caso di intervento, potrebbero denunciare per maltrattamenti a carico dei migranti. Non abbiamo certezza se i migranti sono stati tutti identificati e fotosegnalati.

Inoltre, annotiamo, ed il Prefetto farebbe bene ad accendere qualche riflettore, sulla proliferazione di:

– cosiddetti Centri Sociali Islamici di cui non si capisce il loro vero ruolo (centro Sociale, moschea o madrasa?).

– questuanti migranti, che davanti a centri commerciali e supermercati, operano in monopolio e senza controllo.

In quanto alla Caritas, la tempestività con cui si è mossa verso i migranti, ma non verso i bisognosi locali, fa paventare che l’interesse sia più di tipo economico che caritatevole (trasformare la “caritas” in “pecunia” il passo è breve).

Osserveremo e vigileremo sulle azioni che saranno messe in campo, ribadendo il concetto che per noi queste persone andrebbero aiutate, se necessario, a casa loro, con politiche che vedono coinvolti gli organismi internazionali, di cui si nota l’assenza assordante.