Da Sinistra Unita Sora, riceviamo e pubblichiamo:
La paura e l’allarme, all’indomani di un evento calamitoso e in particolare degli eventi che hanno colpito i centri della Valnerina e delle aree attigue, sono più che legittime. A nostro avviso, deprecabile è l’uso strumentale che se ne fa.
Non ci si improvvisa esperti di terremoto e non si può pretendere di ottenere la sicurezza assoluta, in termini di prevenzione. Questo va ribadito, fermo restando esigere che l’impegno profuso nella prevenzione, da parte della amministrazione cittadina, sia massimo.
Continuare con controlli visivi degli edifici scolastici, che hanno comportato inutile sperpero di ingenti somme di denaro, va solo a foraggiare la speculazione ad opera dei soliti protagonisti, che ogni volta è in agguato dopo un terremoto o un evento calamitoso.
É necessario investire nella prevenzione con un serio piano di edilizia, ma azzardare paragoni con Paesi come il Giappone, è piuttosto improprio, per le ragioni che conosciamo: prima fra tutte, il fatto che il nostro patrimonio architettonico rappresenta la nostra ricchezza ma anche la nostra fragilità. Parlare di prevenzione in termini di adeguamento architettonico, consolidamento, messa in sicurezza, sono richieste legittime, ma bisogna farlo con cognizione di causa, per evitare inutili sprechi di denaro e incorrere in modifiche improvvide come quelle che furono operate nel centro storico della nostra cittadina, tra gli anni ’89 e ’91. Ben venti comparti di lavoro concorsero alla messa in sicurezza dell’intero quartiere storico, adeguandolo ai criteri antisismici. Coperture in cemento armato sulle abitazioni preesistenti, calcoli che non hanno tenuto conto delle variazioni di rigidezza tra le parti di un edificio storico, pensiamo abbiano peggiorato la situazione di origine. Abbiamo, purtroppo, avuto modo di constatare con il sisma del 24 agosto scorso che ha devastato la cittadina di Amatrice, come questo tipo di interventi abbia causato uno “sbriciolamento” delle case, per quello che i geologi definiscono “effetto sandwich”, dove i tetti delle abitazioni, collassano sugli edifici.
Durante il mandato amministrativo del sindaco Cesidio Casinelli, si lavorò alla elaborazione del Piano di Protezione Civile, come risposta immediata al sisma dell’Aquila ma ancora ad una forte scossa che ci vide protagonisti. Furono così, per la prima volta, individuate le aree di raccolta per i cittadini, messa a punto la relativa segnaletica, ma fu trascurata una fase importantissima, quella della informazione della cittadinanza. Auspichiamo che l’aggiornamento del Piano, annunciato dal sindaco De Donatis, si prefigga di dare forte risalto a questo aspetto, tenendo incontri e conferenze che oltre a spiegare i suoi compiti specifici, illustreranno il “Piano di emergenza Comunale” e le modalità di comportamento da tenere da parte dei cittadini rispetto alle indicazioni in esso contenute.
Le esercitazioni di evacuazione, per esempio, sono uno degli obblighi di legge da attuare sul territorio per la tutela dei cittadini. Eppure ci sono scuole che non ne hanno mai provata una.
Il nostro territorio, lo studio delle sue criticità e delle sue potenzialità, deve diventare un tema centrale per questa amministrazione, che parla di ambiente sono per riferirsi alla azienda municipalizzata di gestione dei rifiuti.
Sarebbe il momento di conoscere il nostro territorio, per comprendere quali siano i limiti da imporsi nel suo “sfruttamento”. Soprattutto le nuove generazioni, devono essere educate a una cultura del territorio e al suo “culto”. É arrivato il momento di coinvolgere altri soggetti che studino le criticità del territorio, non solo architetti e ingegneri. Ci sono università, ricercatori, che sono il fiore all’occhiello del nostro Paese, perché non aprire un canale comunicativo con queste realtà, con collaborazione di esperti, che coadiuvi l’azione di governo dell’amministrazione. Ci sono molti esempi di realtà che si sono avvalse di strumenti e professionalità di questa caratura, iniziando collaborazioni, istituendo borse di studio, tesi di laurea o altre forme collaborative. Invitiamo l’amministrazione comunale a prendere in considerazione questa eventualità. La scienza del terremoto coinvolge sapienze e discipline diverse in sinergia tra di loro. É una scienza umanistica, che deve tenere insieme archeologia, geologia, dati storici perché non si incorra nei soliti errori, per esempio come successe all’Aquila, quello di non tener conto delle modalità e dei riti di socializzazione della popolazione, che sradicata dal proprio territorio per andare a occupare le “new town”, scampata a un terremoto, perse non solo i beni materiali, le persone care, ma anche, a volte, la voglia di vivere.