Credo che unire sora a isola liri sia inopportuno, perché isola liri non ne gioverebbe.
Ventimila o quarantamila persone sono comunque poche dal momento che molti dei nostri mali vengono da un rapporto immaturo con roma che di abitanti ne ha milioni.
Non si compete più da tempo tra municipalità ma tra sistemi integrati, come lo è la piana del fucino o la direttrice autostradale/casilina tra frosinone e cassino.
Sono nato e vivo a sora e la amo in modo vivo, costante e consapevole.
La conosco però abbastanza per dire che è una fortuna per tutti che a san domenico ci sia un confine che protegge una diversità preziosa e rara.
La presunta maggiore importanza che si otterrebbe fondendo i due paesi (perché di paesi si tratta) sarebbe bilanciata, anzi, annullata dalla perdita dell’identità che arricchisce gli isolani e che li porta ad un civismo diffuso che a sora è sconosciuto.
A isola liri si tramanda naturalmente una storia vicina e viva, a sora si cerca di rievocare artificialmente epopee morte. Perdere il civismo significa spegnersi e confondersi perdendo incisività. Spegnere la maggior parte degli isolani e sommarli a sorani freddi da decenni non è una buona idea nel complessivo bilancio calorico di una comunità.
Questo anche perchè è da tempo dimostrato che le cose piccole, in un mondo immenso, funzionano di più. Sono strabiliato e ispirato dal caso Broccostella, luogo in cui le strade sono linde, le case curate e la gente critica ma ben disposta. Quando le dimensioni sono ridotte, va detto, non si creano quei numeri che attraggono gli squali veri.
Quoto in pieno l’idea di una consulta che accolga anche gli altri paesi.
di Massimo Imbrosciano