Dalla voce dei mister Attilio Roccatani, responsabile attività di base del Sora Calcio e allenatore Pulcini e Primi Calci, e Stefano Tanzilli, responsabile Settore Giovanile e allenatore Under 17, raccontiamo la storia di una grande passione, che anno dopo anno, insieme agli altri mister del Settore Giovanile, riescono a trasmettere ai bambini, ai ragazzi, che, indossate le scarpette, scendono in campo spendendosi sì per dare il meglio, ma soprattutto divertendosi.
Da quando è iniziata questa vostra avventura con i bambini?
Stefano: io faccio settore giovanile dal 2002/2003, e quindi sono già diversi anni, la maggior parte di questi anni se non quasi con le giovanili del Sora Calcio tranne un paio di anni nel settore giovanile dell’Isola Liri e questa mia avventura è iniziata ormai più di 20 anni fa e sono orgoglioso del percorso fatto, dei ragazzi che ho avuto che ancora oggi mi stimano e mi vogliono bene, anche quelli ormai trentenni. Io alleno la Under 17 ma coordino un po’ tutto il settore giovanile, sono responsabile del settore giovanile. L’Under 17 attualmente si trova prima in classifica e sta disputando il campionato regionale di categoria, dei i ragazzi nati nel 2007.
Attilio: io alleno invece il settore giovanile da circa 10 anni, 2012/13, sono stato anche io sempre a Sora e mi occupo a differenza di mister Stefano principalmente di bimbi, ovvero attività di base: esordienti, pulcini, primi calci e piccoli amici, le categorie minori del settore giovanile mi piace far questo, far crescere i bimbi e per fortuna sembra che grosso modo ci sto riuscendo.
Quanti sono i piccoli che allenate?
Il nostro settore giovanile è formato circa da circa 60 bambini nel settore di base e circa altri 60 nel settore agonistico.
Quanto è importante nella formazione a 360 gradi di un bambino l’attività sportiva, soprattutto di squadra?
Stefano: La formazione del bambino, ma lo sport in generale è una scuola di vita, è chiaro che lo sport, la scuola, dopo la famiglia sono quelle attività che formano il carattere, formano la persona che sarà poi in futuro. È importante, quindi, fare sport, fare sport a 360 gradi significa mettere il bambino in condizioni di poter essere l’adulto nel futuro: quindi imparare a forgiare il carattere, insegnargli a socializzare, insegnargli ad affrontare le difficoltà della vita, le vittorie e le sconfitte che comunque volente o nolente poi formano il carattere.
Ecco qui porrei l’accento sul saper accettare le sconfitte… puntare sempre al risultato dando il meglio di sé, ma quanto è importante insegnare al bambino ad accettare di perdere, anche alla luce di quanto si sente oggi in cui scattano episodi di violenza di fronte a un brutto risultato o a un rifiuto ?
Attilio: La sconfitta in sé e per sé è relativa: lui deve uscire dal campo contento, soddisfatto, felice, noi questo insegniamo, e soprattutto rispettoso di tutto ciò che è il mondo calcio: dai compagni agli amici, ai mister, agli arbitri, agli avversari, ai genitori… la sconfitta poi è uno stimolo per far meglio, ma, ripeto lui deve uscire contento e felice di aver fatto sport, punto, il resto non conta. Poi col tempo, se diventerà giocatore, Dio vedrà!
Guardando al passato, come ritenete i risultati raggiunti finora, sportivi e non?
Stefano: I risultati, riagganciandoci alla prima domanda, parlando degli ultimi 3, 4 anni, da quando sono ritornato a Sora, e mi sto occupando adesso del settore giovanile, non è facile purtroppo bisogna dirlo, non è facile perché, ma questo è un po’ un problema, una carenza in tutta Italia e soprattutto in alcune parti di essa, mancano le strutture e mancando le strutture non puoi dedicarti completamente all’aspetto tecnico, all’aspetto sportivo, però ci stiamo lavorando. Sono 4 anni che ho intrapreso questo percorso ed i risultati sono buoni, potevano essere migliori per i problemi già esposti, però, come si dice, ci accontentiamo. Io sono orgoglioso di quello che faccio, cerco di farlo sempre con passione, con professionalità. Quel poco che ho giocato a calcio l’ho fatto anche in categorie discrete e per questo cerco sempre di riportare nei ragazzi che alleno quello che a me hanno insegnato. I risultati sportivi raggiunti sono importanti: quest’anno per la prima volta abbiamo tutte e quattro le categorie agonistiche, non si era mai fatto nel Sora Calcio questo. Quindi l’Under 14, che fa il campionato provinciale ed è seconda in classifica, l’Under, 15 che fa il campionato regionale che è al momento terzultima quartultima naviga nelle zone basse, l’unica, poi Under 16 prima in classifica e l’Under 17 prima in classifica. Devo dire dei risultati importanti raggiunti, poi abbiamo anche una Juniores nazionale che sta giocando sotto età e che si sta comportando discretamente. Quindi i risultati sportivi sono buoni, potevano essere migliori però tutto sommato è in linea con il percorso intrapreso.
Quali gli obiettivi che vi proponete di raggiungere?
Stefano: Per quanto riguarda gli obiettivi, ecco mi piacerebbe avere un settore giovanile fluido, un settore giovanile che possa avere delle strutture dove poter far crescere quelle che sono le attività sportive sia dalla scuola calcio fino alla juniores e, possibilmente, non è una retorica, non sono frasi fatte, cercare di portare qualche calciatore a giocare per la prima squadra.
Attilio: il nostro obiettivo soprattutto è quello di far crescere i bimbi, portarli in gran numero sempre a far amare e rispettare questo sport. Sicuramente nel corso degli anni qualcuno si perderà è la natura delle cose però sia i miei ragazzi che quelli di Stefano per fortuna hanno continuato a giocare a calcio anche se in categorie minori però l’importante è che si divertano. Speriamo sempre di continuare cosi far innamorare di più a questo sport.
Cosa consigliereste ai bambini che ancora non hanno intrapreso un’attività sportiva, qualunque essa sia?
Stefano: Consiglierei… che lo sport è salute, lo sport è vita, lo sport è socialità, lo sport è allegria, lo sport è aggregazione, è formazione… per cui tutte cose che, come ho già detto, servono a formare quelli che saranno poi gli uomini futuri.
Attilio: Vorrei invitare chi non ha fatto mai attività sportiva ma non solo nel calcio, qualsiasi, a cominciare perché, come ha detto anche Stefano, lo sport è salute, lo sport è vita, lo sport ti fa crescere e fare amicizie e conoscenze che nella vita ti porterai. Io ho giocato a pallone, gioco a pallone e i miei migliori amici sono quelli che ho conosciuto 30, 40 anni fa quando giocavo anche io nel settore giovanile del Sora.
Infine, ringraziamo tutti i mister che ci danno una grossa mano per far sì che questo avvenga: mister Capobianco, mister Cecchini, mister Montemitoli, mister Iafrate, mister Gabriele, mister Birilli, mister Lucente, mister Ferrari, tutti i mister che sono nel nostro organico e in primis il presidente Palma che ci dà la possibilità di allenare in questa Società, tra tante difficoltà ma andiamo avanti, come ha detto Stefano prima di tutto per la mancanza di strutture.