Comunicato stampa:
“Sono felice per questa buona notizia. Vorrei festeggiare questo momento, anche se non nascondo che, dentro di me, provo tanta tristezza in quanto, comunque, nessuno mi riporterà in vita Serena”.
Questo il primo commento di Guglielmo Mollicone, appena saputo della decisione presa, questa mattina, dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Cassino Angelo Valerio Lanna che ha stabilito di non archiviare il caso di Serena, la ragazza di Arce uccisa nel bosco di Fonte Cupa, in località Anitrella, in provincia di Frosinone, il 1 giugno 2001.
“Ringrazio sentitamente il GIP Lanna – spiega ancora Guglielmo Mollicone anche a nome del fratello Antonio – e più in generale la Giustizia Italiana, che con coraggio ha portato avanti la nostra battaglia. Non era certo una decisione facile da prendere”.
Un ulteriore passo avanti quindi per cercare di trovare i responsabili dell’uccisione della ragazza di Arce, come ci spiega il legale Dario De Santis, che fin dall’inizio ha seguito la vicenda. “Il GIP, dottor Lanna , ha disposto che le indagini relative alla morte di Serena devono proseguire, nei confronti dei tre indagati noti ai quali si riferiva una delle opposizioni proposte dal padre e dallo zio di Serena, e possono proseguire anche nei confronti degli ignoti. Ha disposto invece l’archiviazione nei confronti degli altri indagati noti, relativamente ai quali la famiglia Mollicone non aveva proposto opposizione. Sostanzialmente sono state accolte le opposizioni proposte dal padre e dallo zio di Serena, da me assistiti. E’ un risultato molto positivo per i familiari di Serena e per tutti coloro che vogliono che la morte di questa ragazza non resti impunita. Ringrazio i nostri consulenti, il generale Luciano Garofano e la dottoressa Laura Volpini, per la preziosa collaborazione che hanno fornito e per quella che potranno fornire ancora in relazione alle indagini ulteriori. Il GIP ha scritto una pagina bella di giustizia, che ripaga della amarezza che era stata suscitata dalle richieste di archiviazione. Le indagini possono ripartire, con nuova linfa. Ed è possibile che arrivino alla soluzione del caso. E’ nostra intenzione collaborare con la Procura ai fini delle ulteriori indagini. Ovviamente, sono a disposizione degli inquirenti le indicazioni, che abbiamo già fornito negli atti di opposizione, circa le nuove indagini che a nostro avviso sono possibili ed opportune. Grazie alla decisione del GIP, viene ristabilita quella che dovrebbe essere la situazione fisiologica , nella quale la famiglia della vittima e la Procura della Repubblica devono operare nella stessa direzione”.