Pareggio dal sapore agrodolce per il Sora nella trasferta sarda contro il Selargius. Se da una parte, infatti, il Sora torna a far punti fuori casa, dopo una striscia di sei sconfitte consecutive, dall’altra è tanto il rammarico per una vittoria sfuggita solo al 92° minuto, a causa di un rigore molto discutibile concesso ai padroni di casa.
Partita dai due volti: il Selargius domina la prima frazione di gioco, colpendo ben due legni e impegnando severamente in più occasioni il giovane portiere sorano Ludovici. Nonostante la supremazia dei padroni di casa, alla mezz’ora, è il Sora a passare inaspettatamente in vantaggio, a seguito di un calcio d’angolo battuto da Giannone, intercettato in mischia da Giusti. Nel secondo tempo, è il Sora a tenere le redini del gioco e a creare diverse interessanti occasioni, tra cui un goal di Giusti, annullato dall’arbitro per sospetto fuorigioco dello stesso giocatore bianconero. Proprio sul finire del match, con gli avversari rimasti in 10 per l’espulsione al 44° di un giocatore di casa, un ingenuo quanto inutile fallo di Scardala in area convince il direttore di gara ad assegnare un rigore ai sardi, poi, realizzato da Melis.
Finisce così la partita, i cui veri protagonisti e vincitori sono stati i venti indomiti tifosi giunti da Sora, a proprie spese, per difendere i colori della loro città. Nonostante il lungo viaggio affrontato, la pioggia incessante e la prestazione altalenante dei calciatori, hanno sostenuto continuamente la squadra, raccogliendo il plauso dei cordialissimi tifosi del Selargius, dei cronisti locali e della folta schiera di parenti del fantasista bianconero Andrea Pintori, accorsi sugli spalti per sostenere il proprio beniamino.
Sempre Domenica, in quel di Cagliari, si disputava anche il match di serie A della squadra locale contro il neo promosso Sassuolo e, con grande stupore di tutti, i supporters della squadra ospite erano appena quattordici, forse anche meno. Sassuolo è una cittadina di 40.000 abitanti, con una solida società calcistica alle spalle (capitanata dall’imprenditore Giorgio Squinzi, amministratore unico del colosso Mapei, il maggior produttore mondiale di adesivi e prodotti chimici per l’azienda), che ha permesso alla squadra di arrivare a militare nella massima serie calcistica. Sora è una cittadina di 27000 abitanti, con una grande tradizione calcistica alle spalle, ma che nel 2005 ha visto fallire la propria società, poi ripartita a fatica, senza riuscire ancora a trovare una vera stabilità e ad abbandonare i campionati dilettantistici. Nonostante questo, ieri, i sorani a Selargius erano venti. Venti giovani che hanno investito tempo e denaro per sostenere, nonostante tutto, la loro squadra.
In questo calcio moderno, in cui scaricare tutte le responsabilità dei “mali” di questo sport sugli Ultras è diventata una malsana abitudine, ci preme offrire al lettore uno spunto di riflessione sull’esempio positivo offerto da questi ragazzi, che hanno dimostrato, con la loro presenza, non solo il viscerale attaccamento alla loro squadra, ma anche grande sensibilità nei confronti del popolo sardo, recentemente colpito da una grave alluvione, esponendo, all’esterno dell’Aeroporto Elmas di Cagliari, lo striscione: “Coraggio Sardigna non mollei!”.
L’unica nota stonata di questa bellissima esperienza, oltre al risultato della partita, è stato il comportamento del difensore sorano Scardala il quale, alle rimostranze dei supporters che gli imputavano la responsabilità del rigore, ha risposto loro in malo modo dal terreno di gioco. Anche se la reazione dell’uomo è umanamente comprensibile (ma non condivisibile), quella del calciatore no. Questi ragazzi, dopo aver macinato chilometri sfidando anche le intemperie, erano certamente ancor più delusi di lui per la vittoria sfumata in extremis e meritavano solo e soltanto rispetto, quel rispetto che gli è stato giustamente tributato a fine gara dagli applausi di tutti gli altri giocatori scesi in campo e dalle strette di mano da parte dei tifosi di casa.
A tal proposito, se è vero che i giocatori, qualora insoddisfatti, hanno il sacrosanto diritto di accasarsi altrove, urge ricordare agli stessi che nel momento in cui decidono di indossare la gloriosa casacca bianconera, hanno il dovere di dare l’anima in campo e di sposare in pieno la filosofia del combattente volsco, ben descritta da Silio Italico, il quale nel primo secolo dopo Cristo non a caso affermò che «la gioventù di Sora aggiunta (agli altri guerrieri) brillava con le sue armi».
SORAEQUE JUVENTUS ADDITA FULGEBAT TELIS