Se parliamo di scuola non si può non menzionare la Finlandia, la cui scuola inizia a 7 anni e si finisce a 16. Una grande differenza con l’Italia è che non c’è il passaggio tra scuola primaria e scuola secondaria, con relativi esami di stato o passaggio. La scuola in Finlandia è sì d’obbligo ma è gratuita, come i libri, e non ci sono né test né valutazioni, infine è a settimana breve: lunedì-venerdì. Alla fine della scuola lo studente può poi scegliere se frequentare un “liceo” che più che altro è un corso propedeutico di preparazione universitaria o un corso professionale per l‘inserimento nel mondo del lavoro.
Questo corso dura tre anni e per accedere all’università gli studenti devono affrontare dei test selettivi. In Italia lo studente sceglie la scuola secondaria a 14 anni, quando ancora non ha le idee chiare il più delle volte e se non c’è la famiglia dietro ad aiutarlo nella scelta si possono fare errori che poi si pagano in seguito.
Le materie sono di “base” ed i corsi sono trimestrali o semestrale, non esiste la “bocciatura”, e le valutazioni sono dettate dal profitto e dal merito, per cui valutazioni insufficienti sono sostenuti da docenti di supporto.
La tecnologia, in classe, prevede sia la Lim (lavagna luminosa) che internet, pc e tablet.
In Finlandia, il ruolo del docente è tenuto in grande considerazione a livello sociale, è un serio professionista la cui laurea, al massimo punteggio, gli permette di accedere alla professione: chi insegna alla scuola di base insegna anche all’università. La formazione degli insegnati è continua, e restano a scuola tutto il giorno per aiutare gli studenti in difficoltà.
L’Italia sta sposando il metodo in varie regioni tra cui l’Istituto “Pascal” di Chieri in Piemonte, cinque insegnati durante l’arco del periodo pandemico, si sono posti alcune domande, come ad esempio se gli studenti fossero felici a scuola o cosa potesse accrescere la loro felicità, che sono confluite nell’apertura della prima scuola elementare d’Italia riconosciuta dal Ministero finlandese, prevista a settembre 2023.
È evidente che il margine di miglioramento in Italia è molto ampio, e potrebbero essere presi numerosi spunti dal modello finlandese per migliorare quello italiano.
Credits: voglioinsegnare.it, metodo finlandese