CULTURA E INTRATTENIMENTO

SCUOLA – COMPITI PER LE VACANZE NATALIZIE: SI’ O NO?

Da Gianni Fabrizio riceviamo e pubblichiamo una riflessione di don Mario Zeverini: è giusto o no assegnare i compiti per per le vacanze natalizie agli studenti?

Alcuni giorni fa ho letto una lettera di un dirigente scolastico rivolta al direttore di Avvenire. Il dirigente disapprova quei docenti che “continuano ad affliggere gli studenti e i loro familiari con l’assurda pratica dei compiti per le vacanze”. Poiché questo argomento è stato trattato,ma inascoltato,  tante volte anche dalla nostra associazione genitori AGe, ho deciso di riportare alcuni  stralci della lettera  a beneficio dei mezzi di comunicazione del territorio,  perchè, se credono opportuno, possono fare un servizio a tante famiglie dando risalto a questa autorevole voce della scuola stessa e per un problema  attualissimo. Il Dirigente pone ai docenti una serie di domande: “Perché essi non riconoscono agli studenti  il diritto al riposo, allo svago, al gioco durante le vacanze? Perché impediscono alle famiglie di ritrovarsi serenamente, senza lo stress di compiti soverchianti e inutili che causano sofferenze, litigi, pianti, punizioni, rinunce dolorose, rabbia e disaffezione alla scuola, vista come la privazione di diritti di fare vacanze come tutti, compresi i loro datori di lavoro?”.La scelta dei compiti delle vacanze costringono, soprattutto bambini e ragazzi, a star chiusi per ore in casa sui libri e quaderni per lo svolgimento di  compiti che non  saranno mai corretti dai loro insegnanti, , che non determineranno effetti apprezzabili rispetto all’acquisizione delle competenze, che non lasceranno segno alcuno “. A che servirà mai questo  ‘sapere usa e getta’?, Secondo il dirigente questo lavoro, “ è visto più come una aggravarsi della condizione di chi è già svantaggiato e che penalizzerà chi vive in un ambiente demotivato e privo di risorse culturali; ( e questo vale sempre per i compiti a casa; essi evidenziano sempre più le differenze sociali), soprattutto a quest’ultimi finirà per generare  solo odio per lo studio e per la scuola”.In molte famiglie gli ultimi giorni delle vacanze si riducono a nervosismi, litigi, pianti dei ragazzi, il tutto si risolverà solo se un familiare o un qualche tutore verrà in loro soccorso facendo alla sbrigativa i biasimati  “compiti” ( temi, pagine di espressioni di matematica, riassunti, versioni dal latino, dal greco ecc. ). Cosi molti potranno pensare che tutto vada bene, ma chi realmente ha perso  è la scuola. Non sarebbe stato meglio consigliare, secondo le possibilità, un bel libro, un film, la visita ad un museo, una gita, partecipare alle originali funzioni religiose natalizie, ecc ? Desidero concludere con le parole del dirigente in questione:“Perché un tale, pervicace accanimento riconducibile a una “pedagogia della sofferenza” bandita da Indicazioni e Programmi ministeriali, dalla Convenzione sui diritti dei minori, dal buon senso, da quel minino di rispetto e sensibilità che qualsiasi adulto, tanto più se educatore, dovrebbe avere? Perché?”.