Non poteva saperlo Sandro Fiorelli che il ladro che ha ucciso gli aveva puntato contro una scacciacani. Perché questo è emerso dagli accertamenti. Non una pistola con il colpo in canna. Una semplice e quasi innocua scacciacani. Più per incutere timore che fare del male. Ma il commerciante di Santopadre non poteva saperlo. Ha temuto per la sua vita, per quella del figlio che aveva appena sorpreso i ladri nella loro villetta di via Decime, in località Valle. Poche centinaia di metri da piazza Marconi dove la famiglia Fiorelli conduce da decenni una avviata attività commerciale, tabacchi compresi. Un’attività già visitata dai ladri un paio di anni fa, nella notte in cui ignoti misero a segno un altro colpo al Sali e Tabacchi di piazza Municipio, ad Arpino.
Intanto come era facile prevedere la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino ha aperto un fascicolo per omicidio, ma nessun provvedimento è stato adottato nei confronti del 59enne negoziante. Il caso è sulla scrivania del Sostituto Procuratore Marina Marra. Le indagini vanno avanti. Procedono i carabinieri della Compagnia di Sora, quindi della stazione di Arpino competente per territorio su Santopadre, insieme al Nucleo Investigativo di Frosinone. Sui dettagli che potrebbero portare ad elementi concreti c’è riserbo. ‘Li prenderemo‘ è stato più volte detto ieri sera a Santopadre. Si sta scavando nel passato della vittima, il 34enne rumeno Mirel Joaca Bine, per stabilire se esistono precedenti, contatti, complicità.
In paese tutti stanno con Sandro Fiorelli. La rete si è schierata con il tabaccaio. Messaggi, commenti, post vanno tutti in un’unica direzione. Nessuna giustificazione per chi ruba e si introduce nelle case per rubare. Al contrario, assoluzione piena per chi difende se stesso, i propri cari, la proprietà. ‘E’ stata legittima difesa‘ si sostiene ovunque. La gente è esasperata. Non ne può più di questa atmosfera di rabbia, tensione e preoccupazione. Di saltare al primo rumore sospetto. Di dormire con un occhio chiuso e uno aperto. E ieri sera c’è scappato il morto.
Luciano Nicolò