Lotta al femminicidio, linea dura contro chi si macchia di tale reato, sensibilizzazione dell’opinione pubblica in aiuto delle donne. Tempestiva arriva la dichiarazione di solidarietà e, insieme, di dolore dell’assessore alle Pari Opportunità al Comune di Sora, Maria Paola D’Orazio, a poche ore dal ritrovamento del corpo di Samanta Fava, la donna scomparsa ormai più di un anno fa e ritrovata cadavere. Il caso ha scosso tutti in città e l’Assessore ha voluto farsi interprete dello sconcerto generale e, nel contempo, della necessità di creare strumenti di prevenzione e difesa a favore delle donne, affinché tali accadimenti non abbiano più a ripetersi. Ecco quanto dichiara in una nota pubblica:
“Con sconcerto e tristezza ho appreso la notizia del ritrovamento del corpo di Samanta Fava, murato nell’abitazione di un suo amico a Fontechiari. Ancora una donna probabilmente vittima della violenza cieca di chi avrebbe dovuto amarla e proteggerla, ancora un dramma per la nostra città già colpita, nel 2005, dall’uccisione efferata della diciassettenne Adriana Tamburrini.
Come donna e come amministratrice, non possono restare indifferente di fronte ad un avvenimento che colpisce così duramente l’opinione pubblica visto che, in Italia, la violenza contro le donne sta diventando quotidiana.
Torno a ribadire che condivido pienamente la linea dura espressa dall’On. Alessandra Mussolini e da altre parlamentari del Pdl, tra le quali l’On. Paola Pelino, con il disegno di legge che chiede di introdurre un intervento normativo specifico contro i reati di violenza sulle donne con l’aumento di pena da un terzo fino alla metà se i reati sono “tali da provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica od economica, oppure idonei a creare la coercizione o la privazione della libertà di vita, pubblica o privata”.
Auspico che l’iter parlamentare del Ddl sia veloce, aggregando tutte le forze politiche: è un segnale forte per contrastare il femminicidio, è un atto doveroso per dare giustizia a Samanta Fava, ai suoi familiari e a quante hanno perso la vita per mano di partner o di ex compagni respinti. Uccidere la “propria” donna è un aggravante perché scaturisce da una malata ossessione mortale.
Mi auguro che la disgrazia che ha colpito la nostra città riesca a sensibilizzare l’opinione pubblica e a mobilitare le necessarie risorse per finanziare progetti che aiutino le donne in difficoltà. In veste di Assessore alle Pari Opportunità, porto da sempre nel cuore l’idea di realizzare a Sora una casa di accoglienza per donne che hanno subito violenza. Un progetto ambizioso che deve vedere uniti, sul fronte comune della solidarietà, Enti, Istituzioni e Partner privati. È una causa per la quale vale la pena di lottare: tutti dobbiamo impegnarci per restituire dignità e voglia di vivere a tante donne sprofondate con i loro figli in tunnel fatti di dolore e di disagio fisico e psicologico”.