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Rodolfo Damiani: Il sig. FIAT

La   nostra è ’Associazione Culturale con la “C” maiuscola,ma non pensavamo che i cittadini ci  annoverassero  fra coloro per i quali la cultura  è una cosa importante, è una pratica dinamica,è un mezzo di promozione del territorio,è la perpetuazione dei valori e dell’identità nazionale.

Dopo l’ultima esternazione del padrone delle ferriere, al secolo Marchionne, molti cittadini si chiedevano e ci chiedevano indignati il nostro parere su Marchionne.

In Italia la FIAT ha sempre comandato, ha sempre goduto di protezioni sollecite, ha sempre costituito  con i Governi  una sorta  di “comparaggio” – io te do li sordi a te – tu me fai un piacere a me.

Milioni di ore di  cassa integrazione, rottamazioni  compiacenti, scelte discutibili di acquisto di materiale FIAT anche se fuori  tempo massimo e così per un secolo  per quello che trapelava dei ben custoditi segreti.

In cambio occupazione  e investimenti in Italia in prevalenza.

Ora  il sig. FIAT si scopre manager globale, dimentica il debito che ha con la Nazione, sposta il suo baricentro  dove crede più opportuno, disattendendo un accordo  sofferto e discutibile per i contenuti ricattatori che contiene e che riportano i lavoratori FIAT ai tristi anni  dei sindacati gialli, dei sorveglianti  che erano secondini,delle ispezioni illegali al vissuto dei dipendenti anche fuori della fabbrica e tutto questo a fronte di  avere una industria di grande interesse.

Il Nostro , a parte il disattendere gli impegni, si sente in dovere nella sua sicumera da  padrone che ha ragione a prescindere di dare giudizi offensivi,gretti e di una incultura abissale  su una città unica per storia,civiltà e cultura  e sui geni che l’hanno  resa una culla dell’arte e del vivere civile .

A mio avviso a questo signore andrebbe applicato il Codice Rocco per attività contrarie all’interesse della Nazione, gli si dovrebbero poi presentare i conti di quanto la sua FIAT deve all’ITALIA  e dopo la restituzione  espulso  senza  pietà.

Ma i nostri politici non lo faranno mai, troppo occupati a mantenere privilegi leciti ed illeciti  , dove la legge è a misura di chi più conta  a danno di tutti gli altri.

Abbiamo un esempio di diritto all’italiana  mentre ai pensionati non si danno aumenti dal 1993, anzi a qualche categoria si stanno applicando  decurtazioni, la Consulta sancisce che non sono costituzionali  i limiti ai lautissimi stipendi di alcune categorie  che viaggiano con cifre di decine di migliaia di euro.

Di fronte ad una crisi globale in Italia i sacrifici sono a carico solo delle categorie che non hanno privilegi, che non si possono fare regole autoreferenti, che non possono evadere e subiscono tutti i giorni i furti di chi  dovrebbe difenderli.

Il segnale dell’imbarbarimento di questa nazione lo ha dato la vicenda del come si è proceduto nei confronti  di un bambino di 10 anni, vittima di un giudice  che vede la legge senza vedere il caso, di una polizia costretta ad un comportamento incivile,di genitori che non meritano di essere tali.

In un paese civile il giudice andrebbe censurato e trasferito ad altri incarichi, i dirigenti della Polizia avrebbero dovuto agire diversamente e dare istruzioni  diverse ai propri uomini, che si è visto che operavano con ordini perentori, per cui andrebbero sollevati dal loro incarico, i genitori  dovrebbero rileggere di SaLOMONE.

I Ministri degli interni, di Grazia e Giustizia e degli Affari Sociali è il momento di dimostrare che ci sono.

Ma sapete come finirà, si farà una Commissione d’inchiesta, un sottosegretario riferirà nella noia di un parlamento che vive lontano dai problemi della gente,mentre ad un bambino e agli altri bambini che hanno visto si è distrutta l’innocenza dell’infanzia.

Rodolfo Damiani