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RISERVA NATURALE DI POSTA FIBRENO, PERICOLO INCENDI: GUARDIAPARCO SENZA TELEFONO

“Tim: siamo spiacenti, la sua linea è disabilitata alle chiamate uscenti: la preghiamo di contattare il suo servizio assistenza clienti”.
È quanto sentono rispondere, dall’altro capo del telefono di servizio, i Guardiaparco addetti alla vigilanza del territorio della Riserva Naturale Regionale Lago di Posta Fibreno.
Da oltre un mese, infatti, il cellulare di servizio in dotazione ai Guardiaparco non è in grado di effettuare chiamate, in quanto sembra che il Comune di Posta Fibreno – Ente che per conto della Regione Lazio gestisce l’area naturale protetta – non avrebbe provveduto a pagare le relative bollette.
Pare che non ci sia la volontà di voler far funzionare il servizio, in particolar modo in questo periodo, dichiarato dalla Regione Lazio, di massima allerta per gli incendi che potrebbero interessare il territorio. “In tali circostanze, l’uso del cellulare di servizio è di estrema importanza, soprattutto se si considera che i Guardiaparco operano in aperta campagna e, quindi, al di fuori delle mura di un ufficio – dichiarano dall’ufficio del Servizio Vigilanza della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno – disporre di un telefonino abilitato solo alle risposte è molto limitante per un servizio come il nostro”.
A quanto pare, nella stessa condizione, si trova anche il Vigile Urbano che, in precedenza, prestava servizio presso il Comune di Posta Fibreno e che ora è alle dipendenze dell’Unione dei Comuni del Fibreno e del Lacerno: il suo telefonino di servizio è abilitato solamente a rispondere ad eventuale telefonate in entrata, ma non gli è più possibile chiamare.
Ed in effetti, qualora il problema fosse dipeso dal mancato pagamento delle relative bollette, nell’arco di oltre un mese, con un minimo di buona volontà, la soluzione sarebbe stata trovata; invece, anche l’utenza telefonica dell’area protetta fa parte di una gestione che si perde nelle paludi di un’amministrazione comunale che appare ormai stanca ed incapace di gestire le questioni più semplici: una gestione che ha portato negli ultimi anni ad un progressivo quanto costante abbandono di un territorio unico, quale quello della Riserva Naturale (il cui presidente è il prof. Sante Mele, l’attuale sindaco di Posta Fibreno), tanto che la stessa Regione Lazio ha in corso di redazione una legge di riordino delle aree protette avente tra i primari obiettivi quello di togliere l’affidamento della gestione agli enti locali che finora non hanno saputo (o voluto) far sviluppare il territorio da loro amministrato. E c’è chi, addirittura, ne chiede il commissariamento per evitare ulteriori danni al delicato ed unico ecosistema presente.