C’è una pagina importante della storia italiana che riguarda la schiavitù nei Lager nazisti dopo l’8 Settembre 1943 di 716.000 militari italiani, 33.000 deportati politici (militari e civili) e 9.000 zingari ed ebrei d’Italia e dell’Egeo. La deportazione in Italia gettò nell’angoscia sette milioni di familiari e amici.
L’Armistizio, firmato dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III e dal generale statunitense Dwight D. Eisenhower, segnò la fine della partecipazione italiana alla Seconda Guerra Mondiale al fianco della Germania nazista e l’inizio della Resistenza contro l’occupazione tedesca.
Tuttavia, l’Armistizio non fu rispettato dai Nazisti, che invasero il territorio italiano e internarono molti soldati italiani come prigionieri di guerra, spesso in condizioni disumane.
Una pagina drammatica per la quale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato 50 milioni di euro per risarcire i prigionieri di guerra sopravvissuti e i loro familiari quali riconoscimento dei sacrifici e delle sofferenze patite.
Il presidente dell’Unione Artigiani Italiani del Lazio Michele Francesco Abballe si è messo immediatamente al servizio delle famiglie coinvolte nel dramma della deportazione, aprendo gli uffici UAI e Patronato di Frosinone, Cassino, Roma e Latina per dare la possibilità di verificare se si possiede il diritto al risarcimento, in qualità di internato o parente.
Gli uffici saranno aperti fino al prossimo 19 Maggio 2023 ed è possibile anche telefonare allo 0775 871601 per avere tutte le informazioni utili.
“Sappiamo bene – sottolinea Abballe – che il risarcimento non basta a sanare le ferite del passato ma occorre una profonda riflessione per un vero e proprio processo di riconciliazione che veda impegnate anche le prossime generazioni che rappresentano il futuro della nazione. In ogni caso si tratta di un aiuto economico che in qualche modo può lenire i dolori del passato”.