In relazione al preannunciato sciopero della fame che il Sindaco Ernesto Tersigni ha preannunciato di iniziare domani, lunedì, in segno di protesta e in difesa dell’ospedale di Sora, da Rodolfo Damiani riceviamo e pubblichiamo:
Certo c’è il modo adeguato di manifestare.
Una manifestazione va programmata, tenendo conto della materia, del livello dello scontro, dei risultati che si vogliono ottenere, dei mezzi che si vogliono impiegare, della volontà di andare fino in fondo e il comportamento democratico con chi si schiera con noi.
Lunedi mattina, si va all’ospedale per sostenere il Sindaco Tersigni, che ha fatto una scelta di lotta pesante e diretta, gli spetta.
L’alternativa è che digiuniamo tutti i cittadini, le due valenze il digiuno collettivo e il digiuno del sindaco si equivalgono, poi il sindaco ci rappresenta tutti.
Se verranno, come si dice, esponenti della ASL, debbono essere accolti nel silenzio più assoluto, niente saluti amichevoli, niente invettive, non abbiamo altro da dire dopo che ufficialmente una delegazione del territorio è stata ritenuta di “Pappacci o di Camele” e quindi mandarli via contenti, tanto poi la verità l’avrebbero appresa dai giornali.
Tra l’altro abbiamo inviato alla ASL una missiva di richiesta spiegazioni , ma ad oggi nessuna risposta.
I dirigenti che agiscono così regnano, ma non governano e questo in genere li fa confondere e Dio confonde chi vuole perdere.
Venite numerosi in mattinata ma organizzatevi per non lasciare mai solo il Sindaco.
Alcuni anziani di Sora mi pregano di scrivere che loro non dimenticheranno coloro i quali li costringeranno ad andare, magari con il femore fratturato a Latina o a Tor Vergata con costi materiali e morali (dolore, solitudine, lontananza dagli affetti) o le loro figlie a partorire ad ospedali a 50 km, con il parto aperto , contrazioni e doglie.
La nostra manifestazione sarà democratica e civile domani, sperando che si degni di venire il Governatore di alcuni territori del Lazio; nei prossimi giorni, gli riconsegneremo le tessere elettorali, perché noi siamo persone sempre non solo prima delle elezioni.