“Osate sognare grandi cose!”
Il Progetto Policoro è insieme un’esperienza, un principio ideale e uno stile pastorale promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il suo scopo principale è diffondere tra i giovani una diversa concezione del lavoro, in grado di sollevarsi dalle rassegnazioni del presente. Oltre la sfera educativa, che rimane la sua ambizione principale, il Progetto Policoro mira anche alla fondazione, attraverso un’adeguata formazione, di cooperative e piccole imprese come risposta concreta al dramma della disoccupazione giovanile.
L’iniziativa è nata dall’intuizione di don Mario Operti, un sacerdote saviglianese che negli anni Settanta fu tra i protagonisti del rilancio della gioventù operaia cristiana in Italia e che, successivamente, divenne responsabile nazionale della Pastorale del Lavoro. Il 14 dicembre 1995, subito dopo il convegno ecclesiale nazionale di Palermo, tre organi nazionali della CEI (la Pastorale Giovanile, la Pastorale sociale e la Caritas) si incontrano a Policoro (Matera) con i rappresentanti delle diocesi di Basilicata, Calabria e Puglia. L’intento era di riflettere concretamente sulla disoccupazione giovanile e sui problemi del mondo del lavoro specifici dell’Italia meridionale. Da tale incontro, come un segno profetico, nacque il Progetto Policoro, che negli anni successivi si estese progressivamente anche alle altre diocesi italiane. In più di 20 anni di attività il Progetto ha promosso la nascita di tante esperienze lavorative (in particolare consorzi, cooperative e piccole imprese), le quali, a loro volta, hanno creato nuovi posti di lavoro improntati sull’etica economica della Dottrina Sociale della Chiesa. Alcune di queste iniziative produttive hanno ricevuto in gestione terreni confiscati alla mafia, trasmettendo un messaggio di legalità e soprattutto la voglia di non arrendersi di fronte al sopruso.
La disoccupazione giovanile nel Sud, questa una delle spinte ideali del Progetto, è un problema dalle dimensioni drammatiche la cui soluzione non può quindi esser lasciata solamente alle risorse individuali o alla preoccupazione degli amministratori locali e dello Stato. Essa interroga integralmente la comunità cristiana, rappresentando una delle principali sfide che l’evangelizzazione si trova di fronte nella società contemporanea.
Ad oggi il Progetto Policoro è diffuso in 17 regioni italiane ed è attivo in ben 138 diocesi, ognuna delle quali rappresenta un’unicità nella complessità del mosaico che è la Chiesa italiana. Alla base vi è un preparatissimo team articolato nei diversi livelli territoriali: nazionale, interregionale, regionale e diocesano, a cui si aggiungono le filiere, enti e associazioni che hanno sposato la causa del Progetto e si sono messe a disposizione per la sua buona riuscita.
La figura cruciale rimane però quella dell’Animatore di Comunità, che ogni diocesi sceglie in seguito a un bando pubblico. L’AdC, come viene definito nel gergo “policorino”, è una persona giovane che mossa da spirito di servizio e animata dalla fede si mette in gioco per arricchire la sua comunità diocesana. A seconda del proprio talento e della propria vocazione cerca di diffondere una nuova cultura del lavoro tra giovani, di promuovere reti sociali per uno sviluppo condiviso e cooperativo, di aiutare in un percorso professionale chi si trova spaesato e sfiduciato. L’azione dell’Animatore di Comunità non è però lasciata a sé stessa, ma sostenuta da una solida formazione umana e tecnica articolata nei tre anni di servizio e nei vari livelli territoriali prima menzionati. Progettualità e verifica sono quindi fondamentali per ogni animatore di comunità, che si fa viandante in questo cammino talvolta impervio, ma allo stesso tempo cammina con la consapevolezza della sua missione speciale.
Anche la diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, nel 2014, ha attivato il Progetto Policoro e proprio in questi giorni il terzo AdC della sua storia ha iniziato il suo percorso di formazione. I due animatori diocesani attualmente in carica (al terzo e al primo anno di servizio) sono stati infatti impegnati dal primo al 5 dicembre scorsi nel 35° corso di formazione nazionale, che si svolge annualmente ad Assisi. Nella terra di San Francesco tutti gli AdC italiani si sono ritrovati per cinque giorni di intensa formazione e forti momenti di spiritualità, sempre guidati dall’equipe nazionale della CEI e dai bravissimi formatori.
Le riflessioni dei circa 190 giovani presenti sono state illuminate dagli scritti di un grande sacerdote, don Primo Mazzolari, che con il suo esempio e la sua parola ha sempre spronato il cristiano a impegnarsi, ritenendo un dovere, e non una semplice facoltà, quella di sporcarsi le mani per cambiare il mondo: «È finito il tempo di fare lo spettatore sotto il pretesto che si è onesti cristiani. Troppi ancora hanno le mani pulite, perché non hanno mai fatto niente». Allo stesso tempo, però, le riflessioni di Mazzolari sono una profonda denuncia del tempo presente, in cui la disoccupazione tarpa le ali a molti giovani e ciò nonostante qualcuno osa anche dire: «Perché non volate?». I giovani vogliono volare, sono fatti per questo, devono osare grandi cose. Per farlo, però, hanno bisogno di spinte ideali alte e speranze concrete. Sulle nobili parole di don Primo Mazzolari, il Progetto Policoro diocesano tenterà quest’anno di tracciare la sua strada.
Lo Sportello Diocesano del PROGETTO POLICORO è aperto il lunedì e il venerdì dalle 9:00 alle 13:00 presso la sede della Caritas diocesana, in via Conte Canofari 10, Sora. Email diocesi.sora@progettopolicoro.it . Animatori di Comunità Riccardo Evangelista e Aurora Capuano