di Gaio Valerio Catullo
Povero Catullo, smettila di illuderti!
Ciò che è perso – e lo sai – è perso: ammettilo.
Giorni di luce i tuoi,
un lampo lontano,
quando correvi dove
la tua fanciulla ti chiamava,
lei amata come nessuna sarà mai.
Quanta allegria,
allora: quanti giochi volevi,
e lei accettava.
Davvero un lampo lontano,
quei giorni.
Ora non vuole più: e tu devi accettare.
Non seguirla, se fugge,
e non chiuderti alla vita: resisti,
con tutte le tue forze.
Addio, fanciulla.
Catullo è forte: non verrà a cercarti,
non ti pregherà, se tu non vuoi.
Ma tu, senza le sue preghiere,
soffrirai. Ah, infelice,
che vita ti rimane?
Chi ti vorrà? A chi sembrerai bella?
Chi amerai? Chi ti dirà: ” Sei mia!”?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, non cedere, resisti.